Un forte appello alla comunità internazionale a “proteggere i migranti e i rifugiati”, evitando “le deportazioni e i rimpatri forzati”: lo lanciano oggi Caritas internationalis e Jesuit Refugee service, che organizzano a New York un evento in contemporanea al primo Summit mondiale che l’Onu dedica oggi ai migranti e rifugiati, 65 milioni nel mondo, una cifra record mai raggiunta prima. I due organismi cattolici chiedono di “rispondere ai bisogni dei migranti e rifugiati” e dare priorità in particolare alle donne e ai bambini. Gli Stati membri dell’Onu, affermano, “devono esprimere un chiaro impegno nella protezione e salvaguardia degli sfollati” e mettere in pratica questi impegni “attraverso l’implementazione delle politiche nazionali”, affinché “la migrazione diventi una scelta, non una necessità”. Agli Stati viene richiesto, in concreto, di “rispondere ai bisogni a lungo termine dei migranti, principalmente nei confronti di coloro che vivono fuori dai campi, assicurando mezzi di sostentamento, formazione ed impiego” oltre a “servizi sociali”. A livello locale e internazionale, inoltre, “la lotta contro i trafficanti di esseri umani è una priorità nei programmi di emergenza e nell’azione a lungo termine”. Caritas e Jrs chiedono all’Onu anche di “rivedere le attuali strutture” e maggiore “trasparenza nell’uso dei fondi”. Diffidano inoltre i Paesi dal “condizionare gli aiuti alle priorità migratorie del Paese donatore” e denunciano “le deportazioni e i rimpatri forzati delle persone, e la riformulazione e reinterpretazione delle leggi umanitarie internazionali sui rifugiati”. Il Summit di oggi, concludono, “è una opportunità storica per rafforzare la risposta internazionale alle migrazioni e creare un sistema in grado di proteggere i diritti e rispondere alle necessità di un vasto movimento di rifugiati e migranti”.