Papa Francesco: all’Angelus, corruzione è come droga, scegliere “tra onestà e disonestà”

“Qualcuno si comporta con la corruzione come con le droghe: pensa di poterla usare e smettere quando vuole”. E’ l’analogia usata dal Papa, durante l’Angelus di ieri: “Si comincia da poco: una mancia di qua, una tangente di là… E tra questa e quella lentamente si perde la propria libertà” . “Anche la corruzione produce assuefazione, e genera povertà, sfruttamento, sofferenza”, il grido d’allarme di Francesco: “E quante vittime ci sono oggi nel mondo! Quante vittime di questa diffusa corruzione”. Quando, invece, “cerchiamo di seguire la logica evangelica dell’integrità, della limpidezza nelle intenzioni e nei comportamenti, della fraternità, noi diventiamo artigiani di giustizia e apriamo orizzonti di speranza per l’umanità. Nella gratuità e nella donazione di noi stessi ai fratelli, serviamo il padrone giusto: Dio”. “Il percorso della vita necessariamente comporta una scelta tra due strade: tra onestà e disonestà, tra fedeltà e infedeltà, tra egoismo e altruismo, tra bene e male”, ha sintetizzato il Papa: “Non si può oscillare tra l’una e l’altra, perché si muovono su logiche diverse e contrastanti”. Il profeta Elia diceva al popolo di Israele che andava su queste due strade: “Voi zoppicate con i due piedi!”, ha ricordato Francesco definendola una “bella immagine”: “È importante decidere quale direzione prendere e poi, una volta scelta quella giusta, camminare con slancio e determinazione, affidandosi alla grazia del Signore e al sostegno del suo Spirito”. “Nessun servo può servire a due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro”, scrive infatti Luca nel suo Vangelo.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia

Informativa sulla Privacy