Congresso eucaristico: al Piccolo Cottolengo di don Orione, “nulla più della vita vera è riabilitativo”

“Nulla più della vita vera è riabilitativo”. Non è uno slogan, ma la frase con cui Daniele Gandini ha descritto ai delegati che l’hanno scelto come luogo della misericordia il Piccolo Cottolengo di Don Orione, che qui a Genova è conosciuto anche come “Il Paverano”. I delegati, guidati da monsignor Giovanni D’Ercole, vescovo di Ascoli Piceno e anch’esso Figlio della Divina Provvidenza (la congregazione fondata da don Orione), hanno potuto visitare la struttura che, nata nel 1933, accoglie oggi 550 ospiti residenti, tra anziani e disabili, più due centri diurni dedicati alle due categorie e un servizio ambulatoriale per bambini disabili, che eroga circa 20mila trattamenti all’anno. Circa mille le persone che vi lavorano, di cui ottocento dipendenti e duecento volontari. “Dopo varie esperienze, sono arrivato nel posto giusto”, ha raccontato Maurizio, che dieci anni fa, a causa di disturbi psichiatrici, ha tentato il suicidio buttandosi giù da un ponte. Risultato: la paralisi delle gambe e diversi problemi sia fisici che spirituali. “Nei primi giorni che ero qua – la sua testimonianza – sono passato in uno dei corridoi e ho letto una frase di don Orione: ‘Nel più misero degli uomini vive l’immagine di Dio’. Ho riflettuto e ho detto: questa deve diventare la mia casa. Qua ho imparato a convivere con gli altri, a ricevere misericordia e a dare un pochino, nel mio piccolo, anche se quello che do io è poco”. A Maurizio i delegati del Cen hanno consegnato la “targa” con il logo del Congresso eucaristico. Non prima di aver gustato una gustosissima focaccia: l’autrice è Tina, un’altra delle ospiti, che ha travasato l’arte del ristorante di famiglia dove ha lavorato nelle gustose pietanze ora cucinate per gli abitanti della sua nuova casa.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa

Informativa sulla Privacy