Papa Francesco: Angelus, “non c’è una persona irrecuperabile”

“Non c’è peccato in cui siamo caduti da cui, con la grazia di Dio, non possiamo risorgere; non c’è una persona irrecuperabile”. Lo ha detto il Papa, durante l’Angelus di ieri, ricordando che “Dio non smette mai di volere il nostro bene, anche quando pecchiamo”. Il capitolo 15 del Vangelo di Luca, considerato – ha detto il Papa – “il capitolo della misericordia”, raccoglie tre parabole con cui Gesù risponde alle mormorazioni di scribi e farisei. Nella prima parabola Dio è presentato come un pastore che lascia 99 pecore “per andare in cerca di quella perduta”. Nella seconda è paragonato ad “una donna che ha perso una moneta e la cerca fin quando non la trova”. Nella terza parabola Dio è immaginato come “un padre che accoglie il figlio che si era allontanato”. “Con queste tre parabole – ha commentato Francesco stabilendo un legame con il Giubileo – Gesù ci presenta il volto vero di un Dio: un Padre dalle braccia aperte, che tratta i peccatori con tenerezza e compassione. La parabola che più commuove – commuove tutti -, perché manifesta l’infinito amore di Dio, è quella del padre che stringe a sé, e abbraccia il figlio ritrovato ”. “Dio aspetta sempre il nostro rimetterci in viaggio, ci attende con pazienza, ci vede quando ancora siamo lontani, ci corre incontro, ci abbraccia, ci bacia, ci perdona”, ha esclamato il Papa: “Così è Dio! Così è il nostro Padre! E il suo perdono cancella il passato e ci rigenera nell’amore. Dimentica il passato: questa è la debolezza di Dio. Quando ci abbraccia e ci perdona, perde la memoria, non ha memoria! Dimentica il passato. Quando noi peccatori ci convertiamo il peccatore si converte e ci facciamo si fa ritrovare da Dio non lo ci attendono rimproveri e durezze, perché Dio salva, riaccoglie a casa con gioia e fa festa”.  “Avete mai pensato che ogni volta che ci accostiamo al confessionale, c’è gioia e festa nel cielo? Avete pensato a questo? E’ bello!”, la domanda ai fedeli presenti in piazza San Pietro. Dopo l’Angelus, Francesco ha ricordato che a Karakanda, in Kazakhstan, viene proclamato beato Ladislao Bukowinski, sacerdote e parroco, perseguitato per la sua fede. “Nella sua vita – ha detto il Pontefice – ha dimostrato sempre grande amore ai più deboli e bisognosi e la sua testimonianza appare come un condensato delle opere di misericordia spirituali e corporali”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori

Informativa sulla Privacy