Sinodo valdese: Bernardini (moderatore Tavola), “temiamo che la nostra casa europea non ci protegga più”

“Questo Sinodo si è svolto nei giorni terribili del terremoto che ha colpito il Centro Italia, l’ennesimo terremoto distruttivo che ha colpito questo paese”: è corso alle vittime e agli abitanti di Amatrice e dintorni il primo pensiero del pastore Eugenio Bernardini, che il Sinodo riunito a Torre Pellice dal 21 al 26 agosto ha confermato per il quinto anno consecutivo moderatore della Tavola valdese (l’organo esecutivo dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi). Nel discorso che ha chiuso i lavori dell’assemblea, la preoccupazione per la ricostruzione dei comuni italiani interessati dal sisma è sfumata nell’analisi del difficile momento internazionale vissuto anche dai protestanti italiani: scossa alle fondamenta da incertezze politiche e terrorismo “temiamo che la nostra casa europea non ci protegga più”.
Bernardini ha ribadito che quella in atto “non è una guerra di religione”. Tuttavia, ha specificato il pastore, “di fronte all’abuso del nome di Dio non basta rivendicare la propria diversità, si impongono parole e gesti che condannino ogni ermeneutica religiosa del terrore e della violenza”. Per questo “ci sentiamo impegnati a rafforzare il dialogo con tutti i credenti, musulmani e di tutte le fedi, pronti a condividere la ricerca e l’impegno per una convivenza vissuta nel dialogo e nella ricerca del bene comune”. “L’unità cristiana – ha evidenziato Bernardini, riprendendo un documento sinodale sull’ecumenismo – non è solo un’unità nella diversità ma anche tramite la diversità”. Infine, Bernardini ha messo l’accento sul “nuovo inizio” necessario al cristianesimo europeo: “Un nuovo inizio non partorito dalla violenza e dalla divisione (come vorrebbe una certa apocalittica religiosa o politica) ma dal dialogo e dalla riconciliazione, doni di Dio per l’intera umanità”.

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