Diocesi: mons. D’Ambrosio (Lecce), “riabilitare la politica, come luogo di dialogo, ascolto, servizio”

“La politica ha come suo compito primario quello di lavorare non per il bene di pochi” ma “per il bene comune”. Per questo “va vissuta ed esercitata dialogando, creando consenso e impegno comune, servendo e non servendosi”. Lo ha affermato ieri sera l’arcivescovo di Lecce, monsignor Domenico Umberto D’Ambrosio, al termine della processione per la festa in onore dei santi patroni Oronzo, Giusto e Fortunato. In una piazza Duomo gremita di fedeli, rivolgendosi in particolare ai rappresentanti istituzionali del territorio presenti, l’arcivescovo ha evidenziato che “c’è una dimensione essenziale per la politica ed è l’amore che deve essere presente e penetrare tutti i rapporti”. “Questa dimensione potremmo definirla come ‘la carità politica’”, ha proseguito mons. D’Ambrosio, osservando che questa “purtroppo è largamente assente: gruppi di potere, clientele, consorterie, poteri forti, inquinano questa nobile arte che serve e fa crescere la qualità della vita”. Da qui si generano “assenza di dialogo, contrapposizioni, degrado della dialettica politica, aumento delle povertà, sfiducia nelle istituzioni”. Secondo l’arcivescovo è necessario “riabilitare la politica, come luogo di dialogo, ascolto, servizio, partecipazione democratica, e pensarla come l’unico ambito capace di porre un limite umano al potere o strapotere del denaro, dell’economia, della tecnica”. D’Ambrosio ha voluto sottolineare che anche “la comunità cristiana fa ‘politica’ perché sta tra la gente e serve la gente” ricordando le tante opere caritative in diocesi, dal progetto con i detenuti della casa circondariale di Borgo San Nicola alla Casa della Carità, dal poliambulatorio all’Emporio della solidarietà. E poi il Prestito della speranza, il Fondo famiglie in difficoltà, il Microcredito Sant’Oronzo, il Servizio Gerico, la Fondazione Antiusura “S. Giuseppe Lavoratore”. Per questa “punta di diamante della nostra Chiesa”, mons. D’Ambrosio ha chiesto “sostegno e aiuto anche materiale per affrontare l’ingente peso economico della nostra ‘macchina della carità’”.

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