Terremoto: mons. D’Ercole (Ascoli-Piceno), “buio e grida nella notte”. Le salme saranno accolte nell’obitorio dell’ospedale Mazzoni

foto SIR/Marco Calvarese

Appena sentita la scossa, ha preso la macchina in piena notte e si è recato subito nel luogo della sua diocesi più colpito dal terremoto: Pescara del Tronto. “Era un pianto – racconta al Sir il vescovo di Ascoli-Piceno, monsignor Giovanni D’Ercole -. Ho visto buio e sentito le grida della gente. E poi scosse di terremoto. Solo con le luci dell’alba ho potuto rendermi conto che il paese era stato raso al suolo. Un bombardamento ha distrutto completamente il paese”. Il vescovo racconta come in quel piccolo paese, frazione del comune di Arquata del Tronto, “d’inverno c’è  poca gente”: “Adesso, invece, c’erano tantissimi giovani. È il cosiddetto turismo di ritorno, persone che abitano a Roma e tornano l’estate per passare le vacanze con i nonni o nelle seconde case. Infatti i terremotati sono quasi tutti giovani”. Ancora molto difficile fare la conta dei morti e dei feriti: “E’ troppo presto – aggiunge il vescovo -. Sto andando proprio adesso ad Ascoli, per vedere come organizzare l’arrivo dei morti. Adesso sono ancora nel paese. Li hanno messi da una parte e uno per volta li porteranno ad Ascoli. Sarà sicuramente il momento più triste”.
Le salme saranno accolte “nella cappella che la diocesi mette a disposizione dell’obitorio dell’ospedale Mazzoni di Ascoli”, fa sapere il vescovo. “Abbiamo finito proprio adesso una riunione operativa con il prefetto, il sindaco e le diverse forze impegnate sul campo. Sto andando a organizzare la nostra parte, insieme con la Caritas, per dare il nostro contributo. Sicuramente l’accoglienza dei morti. Poi vedremo come favorire l’assistenza ai terremotati nel campo che si sta allestendolo e aiutare chi non si vuole spostare dal paese”.

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