Meeting di Rimini: Weiler (Eui), “vero problema Europa non sono i migranti ma il calo demografico”

(Dall’inviato Sir a Rimini) “Fa ridere che oggi in Europa non si riesca a risolvere il problema dei migranti. Esattamente 100 anni fa, più o meno 10 milioni di europei, lasciarono l’Europa per costruirsi un futuro altrove e sono stati assorbiti da un Paese, gli Usa, che all’epoca aveva circa 200 milioni di abitanti. Oggi un milione di rifugiati non può essere assorbito da un Vecchio Continente di 500 milioni di abitanti?” Lo ha detto e Joseph Weiler, Presidente dell’Istituto universitario europeo (Eui), che ieri pomeriggio, ha partecipato all’incontro “Quo Vadis Europa?”, organizzato nell’ambito del Meeting di Rimini. Un dibattito andato in contemporanea con il summit di Ventotene. Per il presidente il vero problema del Vecchio Continente è il calo demografico. “Gli Europei non fanno bambini. È un suicidio – ha detto senza mezzi termini – fra 20 anni ci saranno pochi a guadagnare e tanti da sostenere nel sistema del welfare. Se non si fanno bambini allora servono migranti, e non solo un milione, ma 10, 15 milioni di migranti”. “Il problema – ha aggiunto – non sono i Governi o gli Stati membri, ma i popoli europei che hanno perso i propri valori e vivono una crisi spirituale. Non si può dare la colpa ai Governi per questo”. Weiler ha ricordato che i “mattoni” dell’identità europea sono tutti nella “eredità ellenistica e giudaico-cristiana”. Al dibattito ha partecipato anche Enzo Moavero Milanesi, docente di Diritto dell’Ue e direttore della School of Law dell’Università Luiss Guido Carli di Roma. Quest’ultimo ha concordato con quanto affermato da Weiler: l’Ue “è lasciata da sola ad affrontare il problema e manca degli strumenti normativi sufficienti per farlo. Potrebbe darseli”. Per Moavero “esiste una responsabilità dei governi, dei leader politici, che è anche storica, perché oggi non si vuole affrontare in modo forte e condiviso questa crisi con la stessa forza con cui negli anni ‘50, a pochi anni dalla fine della guerra mondiale, i leader si strinsero la mano, in modo lungimirante. Oggi prima di prendere una decisione si va a guardare la ricaduta sui social media e sui sondaggi. Così si rischia di mancare completamente la questione. L’Europa ha bisogno di leader – ha concluso – non basta vedersi nei vertici, serve incontrarsi condividere e capaci di essere pragmatici dallo sguardo lungo come lo ebbero De Gasperi, Schumann e Adenauer”.

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