Meeting di Rimini: Hasanovic (Gran Muftì Croazia), “vero musulmano non può essere terrorista”

(Dall’inviato Sir a Rimini) “Come musulmani giudichiamo un abuso lo sfruttamento della nostra fede da parte di una minoranza, considerando il fatto che il numero stimato di musulmani nel mondo è di circa 1,5 miliardi di fedeli. Si tratta di persone che sfruttano la religione a scopi personali. Non è possibile giudicare l’Islam sulla base di atti mostruosi compiuti da questi pochi. Sono atti che danneggiano noi musulmani per primi insieme alle vittime innocenti di tutto il mondo”. Non ha usato mezzi termini questa mattina, dal palco del Meeting di Rimini, il gran muftì di Croazia, Aziz Hasanovic, per sgombrare il campo dalle tante ambiguità e pregiudizi che aleggiano intorno all’Islam e che nulla hanno a che fare con esso. “Non è possibile giudicare l’Islam sulla base di atti mostruosi compiuti da pochi” perché coloro che uccidono innocenti, soprattutto ebrei e cristiani in quanto appartenenti ai grandi monoteismi, “non è un musulmano“. “L’Islam è una religione di pace” ha ribadito con forza il gran muftì che ha chiesto di “evitare quelle generalizzazioni che indicano tutti i musulmani come terroristi”. Generalizzazioni che, ha detto con chiarezza, “porterebbe i musulmani in Europa a subire una persecuzione come quella che c’è stata per gli ebrei durante l’olocausto. Va a finire che a pagare le atrocità fatte da pochi che hanno sfruttato la religione per scopi personali sono, oltre alle povere vittime dei terroristi, la maggioranza dei musulmani. Chi compie queste atrocità si considera ingiustamente musulmano”. E i kamikaze non possono essere definiti “veri musulmani”. Il Corano, a riguardo è chiaro: “il terrorismo è la conseguenza dell’ignoranza e della manipolazione degli insegnamento del Corano, dell’indottrinamento settario. Il Corano dice che uccidere un innocente è come uccidere il mondo intero. Al musulmano è proibito suicidarsi, e se lo fa muore da miscredente; figuriamoci se il kamikaze che ammazza se stesso ed altri innocenti possa essere definito come un vero musulmano. Da ciò discende che il vero musulmano non può essere un terrorista”. Lo stesso vale per i cosiddetti foreign fighters. Per Hasanovic, chi si arruola nell’Isis “non lo fa per motivi religiosi ma per sfuggire ad una realtà in cui vive da insoddisfatto e viene manipolato. Il nemico più grande dello sviluppo è la insoddisfazione che determina sentimenti distruttivi”. Come dimostrano i fatti tragici di Nizza – “una persona normale potrebbe compiere un atto del genere?”- e dell’uccisione di padre Jacques Hamel, il sacerdote ucciso durante la messa nella chiesa di Santo Stefano a Saint-Etienne-du-Rouvray, nella Bassa-Normandia francese, “i musulmani devono proteggere i luoghi di culto e non devono dar loro fastidio: figuriamoci se possono far loro del male… Si tratta di azioni compiute da gente fuori di testa che vogliono diffondere terrore ed ostilità. E vanno fermati”. Per farlo, ha spiegato, è necessario che “in Europa ci sia l’islam vero: il problema non è l’islam ma sono alcuni musulmani che confondono quello che fanno con qualcosa di permesso”. “Intese e riconoscimenti” come già accade in Croazia, unite alla “supervisione” delle comunità islamiche, possono essere strumenti utili a conseguire questo risultato.

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