Profughi: la testimonianza di una famiglia senese in missione ad Atene

“Con le famiglie siriane e afghane si condivide tutto. Si chiacchiera, si va al mare, i bambini giocano. C’è vita insieme”. È la testimonianza di Filippo e Fabiola Bianchini, coniugi senesi della Comunità Papa Giovanni XXIII, partiti dall’Italia due anni fa con i loro quattro figli, due naturali e due adottati, e un quinto in arrivo. Ad Atene, condividono le sofferenze e le speranze dei profughi in Grecia. In particolare, ora, quelle di una di una giovane coppia afghana, con un bimbo di due mesi. “Sono talmente disperati che a volte ci dicono: prendete il bambino e portatelo con voi in Italia”, raccontano, riconoscendo che “è allucinante”, ma “non sono i primi a farci un discorso del genere”. “Sono preoccupati per il futuro dei loro figli – spiega Filippo Bianchini – sono disposti a tutto pur di saperli al sicuro”. Con le famiglie dei profughi, prosegue, “c’è molto scambio, si condividono i problemi, si cammina insieme. A volte sono loro a darci coraggio. C’è tanto dolore ma anche tanta speranza. E come spesso accade, noi riceviamo molto più di quello che diamo”. La giornata-tipo della famiglia Bianchini a Neos Kosmos si apre con la preghiera, “altrimenti si fa più fatica”, riconosce il marito, per il quale “sentiamo un po’ la solitudine”. “Ci manca chi condivide la nostra stessa vocazione – ammette – qualcuno che potrebbe alleggerirci dalle inevitabili dinamiche di coppia”.

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