Bulgaria: a Gabrovo nella prima parrocchia del postcomunismo i fedeli attendono una chiesa

“Per troppo tempo queste persone sono rimaste senza contatti con la Chiesa che praticamente non era presente nella loro città e ora pian piano iniziano a tornare”. È quanto racconta al Sir don Strahil Kavalenovil, attuale parroco a Gabrovo, in Bulgaria, nella prima parrocchia della diocesi di Nicopoli, fondata dopo la caduta del comunismo nel 1995 dal padre passionista Marco Partenza. Qui, nella periferia della “Manchester bulgara”, i fedeli ogni domenica si riuniscono per la messa nell’ex bar, trasformato in cappella. Perché una chiesa non c’è ancora. “Abbiamo fatto un po’ di lavori per rendere questa casa, con un piccolo giardino, più idonea, abbiamo messo il Crocifisso sulla facciata”, spiega don Kavalenov. “Siamo l’unica realtà cattolica nell’intera regione e il territorio della parrocchia si estende per decine di chilometri quadrati”, prosegue il sacerdote, per il quale “negli ultimi anni il numero dei fedeli è cresciuto, prima venivano soprattutto donne anziane, adesso la maggioranza sono famiglie con figli, gli eredi dei primi cattolici insediatisi a Gabrovo”. Secondo il parroco, “il problema è che sono complessivamente pochi, in un ambiente secolarizzato, lontani dalle loro radici”. Per facilitare i ragazzi che vivono lontano dalla parrocchia, gli incontri di catechismo si tengono via Skype: “È un modo innovativo e interattivo – sottolinea don Kavalenov – che attira l’attenzione dei giovani ed elimina il problema del viaggio per venire in parrocchia”. Il sogno più grande per i cattolici di Gabrovo è poter avere un vero edificio di culto, in cui celebrare. “Confidiamo nel Signore e magari un giorno anche questo si avvererà”, spera don Kavalenov.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori

Informativa sulla Privacy