Sud Sudan: Unicef, bambini reclutati da gruppi armati e vittime di abusi e violenze

Dall’inizio di quest’anno più di 650 bambini sono stati reclutati da gruppi armati in Sud Sudan. Lo afferma l’Unicef. Secondo l’organizzazione, da quando ha avuto inizio nel dicembre 2013 la crisi del Sud Sudan circa 16mila bambini sono stati reclutati da gruppi e forze armate, e continuano a esserlo nonostante l’impegno politico diffuso per porre fine alla pratica. Dal dicembre 2013, inoltre, circa 900mila bambini sono sfollati; più di 13mila scomparsi, separati dalle loro famiglie o non accompagnati. Oltre la metà di tutti i bambini del Sud Sudan, informa ancora l’Unicef, sono fuori dalla scuola; 250mila si trovano ad affrontare una grave malnutrizione acuta. “In questa fase – ha dichiarato il vicedirettore generale di Unicef, Justin Forsyth, al suo ritorno da una missione a Bentiu e Juba, nel Sud Sudan – l’Unicef teme un ulteriore picco di reclutamenti di bambini”. Terribili le violazioni dei diritti umani cui sono sottoposti: “I recenti rapporti indicano diffuse violenze sessuali contro ragazze e donne. L’uso sistematico dello stupro, lo sfruttamento sessuale e il sequestro come arma di guerra in Sud Sudan devono cessare, insieme con l’impunità per tutti i responsabili”. Per l’Unicef è urgente “l’accesso incondizionato a tutti gli interventi umanitari a Juba e in tutte le altre parti del Paese, in modo da fornire sostegno, protezione e assistenza a bambini e donne in tutto il Paese. “Senza un’area umanitaria pienamente operativa – conclude Forsyth – le conseguenze per i bambini e le loro famiglie saranno catastrofiche”.

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