Monsignor Galantino: al “Corriere della sera”, musulmani in chiesa “si possono trovare modalità meno invasive ma ugualmente forti”

foto SIR/Marco Calvarese

“Stavolta per fortuna abbiamo avuto una buona reazione di condanna di quel gesto da parte di ambienti musulmani. Non ancora sufficiente, ma più forte rispetto a ogni precedente occasione”. In un’intervista al “Corriere della sera”, il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, commenta la “risposta” dei musulmani all’uccisione, lo scorso 26 luglio, di padre Hamel, e la presenza di molti di loro nelle chiese in segno di solidarietà. Ad una domanda sull’ipotesi di un’iniziativa per portare i cristiani nelle moschee, il presule risponde: “Speriamo — nel caso — di arrivarci preparati. Stavolta eravamo impreparati. Non condivido l’atteggiamento di chi ritiene del tutto trascurabile la necessità di rispettare la sensibilità e talvolta anche la difficoltà da parte di alcuni a capire subito il senso di certi gesti”. Per mons. Galantino “quella solidarietà è stata un bene per tutti. Ma la sua espressione nel contesto delle celebrazioni domenicali, o subito prima o subito dopo di esse, ma all’interno della chiesa, qualche aspetto problematico lo presenta. Si possono trovare modalità meno invasive ma ugualmente forti e significative. Non è necessario che l’abbraccio avvenga in chiesa, o domani in moschea”. Sulla disputa legata alla costruzione di nuove moschee in Italia afferma: “Dovremmo essere severi nel controllo dell’uso delle moschee ma favorevoli alla loro costruzione. La moschea semiclandestina in uno scantinato è più pericolosa, immagino, di una che opera alla luce del sole e nel rispetto di norme per la sicurezza in tutti i sensi. Ma soprattutto il musulmano che si vede negato il diritto a pregare in un luogo dignitoso è più vicino alla radicalizzazione di uno che si vede accolto in quell’esigenza prioritaria”.

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