Venezuela: Delgado (avvocatessa), “il Paese oggi è una bomba ad orologeria”

“Quando mi chiedono se in Venezuela la situazione è tanto critica quanto la descrivono i mass media, rispondo che lo è molto di più. Il Venezuela è una bomba ad orologeria che potrebbe esplodere in qualsiasi momento”. Queste le parole della giovane avvocatessa Jennifer Delgado Alvarez, attualmente residente a Bogotá, con le quali descrive al Sir la situazione della sua patria, dov’è tornata qualche settimana fa per salutare i genitori. “La mia – racconta – è una famiglia di classe medio alta. Ma quando sono stata lì, mancavano shampoo e dentifricio, riso, farina, pasta. Il latte manca da dicembre. Mio fratello minore piangeva perché stava per finire lo zucchero”. “Ogni famiglia – prosegue – ha una tessera attraverso la quale può fare solo una piccola spesa settimanale, ma molti prodotti non sono reperibili. Per molti l’unico pasto è la buccia di mango o di plátano, o delle ‘arepas’ – le ‘tortillas’ di mais tipiche di Colombia e Venezuela, spesso usate al posto del pane – farcite solo con i semi dei frutti”. Drammatica la situazione dei bambini: “Mia mamma – aggiunge Delgado – lavora come psicologa in una scuola, frequentata da ragazzi della borghesia. Arrivano a scuola spossati, a volte non mangiano da due giorni. Per ‘lonchera’, il pasto che si portano da casa, hanno con sé solo manghi e platani”.
Jennifer Delgado apre uno squarcio sulla crescente oppressione politica, legata al referendum per far dimettere Nicolás Maduro e al suo tentativo di prendere tempo: se il referendum si farà entro il 2016 ci potranno essere nuove elezioni altrimenti, se si terrà nel 2017, il potere passerà al vicepresidente. L’unica via d’uscita democratica, pare al momento solo la celebrazione del referendum. “Altrimenti – conclude Jennifer – penso proprio che la bomba esploderà”.

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