Musulmani nelle chiese: ieri nel duomo di Padova venti giovani guidati dall’imam Kamel Layachi

“Quella che abbiamo davanti ai nostri occhi è una profezia. Piccola, certo, ma se coltivata come facciamo con un albero, sarà capace di cambiare il mondo e cambiare anche ciascuno di noi”, sono le parole di don Paolo Doni, vicario generale della diocesi di Padova, durante la Messa di ieri delle 10.30 in cattedrale. Hanno assistito alla celebrazione una ventina di giovani musulmani guidati dall’imam delle comunità del Veneto Kamel Layachi. Ne dà notizia il settimanale diocesano “La difesa del popolo” che sottolinea come questo gesto sia “la risposta dei musulmani del Veneto all’appello delle guide religiose dell’islam francese, fatto proprio in Italia anche dall’Ucoii e dal Coreis”. Molto significativo l’ingresso in duomo, attraverso la Porta della misericordia: l’imam ha varcato la navata tenendo la mano di don Giovanni Brusegan, delegato del vescovo Cipolla per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. Nel saluto prima dell’inizio della celebrazione, Kamel Layachi ha detto: “Da questo luogo sacro vogliamo portare la vicinanza, la prossimità, la solidarietà della comunità musulmana del Veneto al popolo cristiano. Siamo qui perché la nostra comunità ha deciso di rispondere attivamente contro questa eresia, questa follia omicida che sta insanguinando il mondo e l’Europa”.  Don Paolo Doni ha sottolineato che, dalla Polonia, “è arrivato forte dal papa l’invito a creare ponti e a farlo a partire dal ponte primordiale se compiamo stringendo vicendevolmente le nostre mani. È quello che faremo al Padre nostro: perché tutto comincia dal contatto fisico, perché la presenza più grande di Dio è nella persona che ho accanto”.

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