Musulmani nelle chiese: don Bettega (Cei), “pregare insieme cambia la vita”

“È sicuramente un’esperienza un po’ strana vedere dei musulmani seduti tra i banchi di una chiesa cristiana. E soprattutto è un po’ inconsueto pensare che non sono là come turisti o come studiosi di architettura o di arte occidentale: no, sono là per pregare. Cioè per lo stesso motivo per cui i cristiani si radunano nello stesso luogo, ogni domenica: pregare”. Lo scrive in una nota su www.agensir.it don Cristiano bettega, direttore dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Cei, parlando della presenza di migliaia di musulmani ieri nelle chiese in Francia e Italia per le Messe della domenica in segno di fraternità dopo l’assassinio di padre Jacques Hamel. Per don Bettega, “pregare insieme cambia la vita, eccome se la cambia!”.

Certo, “va fatto di tutto per mettere al bando ogni forma di violenza cieca, ma assolutamente non con altra violenza altrettanto cieca”. È per questo che la battaglia da portare avanti, se vuole essere vinta può pensare di usare esclusivamente le armi della civiltà, del dialogo, dell’incontro: le altre sono guerre perse in partenza, anche la guerra subdola di chi vorrebbe far tacere tutti coloro che parlano ostinatamente di pace, e di una pace costruita non con la forza ma con la riconciliazione”. Dunque, “musulmani e cristiani hanno pregato insieme per questo; ma siamo convinti che anche uomini e donne di altre fedi abbiano fatto altrettanto, e che lo facciano in continuazione, con quella convinzione che è la vera arma dei forti: la convinzione, appunto, che pregare insieme cambia la vita. Che si tratti soltanto di ingenuità, o di eccessivo ottimismo, o di buonismo sterile? No, siamo convinti che si tatti di altro: di fede, semplicemente di fede, di una fede nuda e inerme, ma efficacissima e potentissima”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa

Informativa sulla Privacy