Venezuela: iniziata l’assemblea dei vescovi. Mons. Padron: “Gli interessi del governo non sono gli interessi del Paese”

“Gli interessi del governo non sono gli interessi del paese, della sua gente e delle sue istituzioni”. Lo ha detto monsignor Diego Rafael Padrón Sánchez, arcivescovo di Cumaná e presidente della Conferenza episcopale del Venezuela (Cev), aprendo l’Assemblea della Cev, in corso fino al 12 luglio. “L’ingovernabilità, a parte la brutale repressione e la mancanza di risposte serie e stabili, causa la percezione diffusa che la crisi globale si approfondisca e continui senza limiti”, ha proseguito: “Percezione che genera incertezza, disperazione, rabbia, depressione e la violenza sociale”.  Secondo quanto riferisce l’Agenzia Fides, mons. Padron ha proseguito: “Un governo che non è riuscito a sconfiggere la ‘guerra economica’ e a fornire cibo e medicine alla popolazione, e ancora di più, ha rifiutato di permettere alle istituzioni religiose o sociali di dare il loro sostegno per alleviare le difficoltà e le malattie della gente, non ha autorità morale per chiamare al dialogo e alla pace…Un governo che per diciassette anni non è stato in grado, nonostante tutte le sue risorse, di controllare e dominare il crimine non è in grado di garantire la tranquillità e la pace ai cittadini”.  Alla fine del discorso, il presidente della Cev ha suggerito una via di uscita: “Il dialogo, di cui parla il governo, inizia con il riconoscimento della gravità della situazione a tutti i livelli, e con la manifestazione della volontà, per mezzo di segni visibili, di voler cambiare o trasformare positivamente la situazione. Noi venezuelani siamo davanti ad un dilemma morale, perché non possiamo accettare o permettere che la vita umana lasci il posto alla deificazione dell’ideologia. Quando si verifica questa situazione, si deve ricorrere alle origini del potere, che stanno nel popolo. Consultare e rispettare la sua decisione è un imperativo morale che non può essere ignorato da nessuna autorità”. Mons. Padrón Sánchez ha poi sottolineato che “il referendum abrogativo è iniziato il 6 dicembre”: in quella data si sono infatti svolte le elezioni per rinnovare i 167 membri dell’Assemblea Nazionale con la vittoria dell’opposizione,  inoltre ha avuto inizio la raccolta di firme per l’indizione di un referendum per la revoca dell’incarico al Presidente Nicolas Maduro, e ne sono state raccolte due milioni. “Le preoccupazioni della popolazione venezuelana sono ora condivise da molti organismi nazionali e internazionali – ha proseguito il Presidente della Cev -. Noi vescovi non siamo né dalla parte del governo né da quella dell’opposizione. Offriamo i nostri buoni uffici per facilitare canali di dialogo”. Infine l’arcivescovo ha lanciato un appello: “permettere l’ingresso dei farmaci necessari a molti venezuelani che hanno bisogno dell’assistenza sanitaria”.

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