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E’ stato rinnovato oggi, con la firma del protocollo di intesa che regola le attività dell’associazione nelle strutture carcerarie di tutta Italia, il progetto “Bambini e carcere”, nato nel 1993 dall’impegno dei volontari di Telefono Azzurro e reso possibile grazie alla collaborazione con il dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia. Obiettivi del progetto, si legge nella nota stampa che dà la notizia, sono “tutelare i diritti dei bambini, figli di genitori detenuti, che devono affrontare una realtà difficile come quella carceraria e garantire loro una crescita sana ed equilibrata”. Sono stati oltre 10mila i bambini e i ragazzi seguiti nel 2015 dalle attività del progetto, “attraverso la costante presenza di 224 volontari adeguatamente formati e preparati, in 18 carceri in tutta Italia”. Il progetto, spiega Telefono Azzurro, si muove in due direzioni: la fase del “Nido” che consente ai bambini di trascorrere i primi anni (0-6) con la mamma in carcere in una situazione affettiva, logistica ed organizzativa a misura di bambino, e la “Ludoteca” per attenuare l’impatto con la dura realtà carceraria al momento del colloquio con il genitore detenuto.”Il progetto ‘Bambini e carcere’ ha l’obiettivo di favorire il rapporto dei minori con i genitori detenuti, anche in un contesto come la realtà carceraria spesso difficile da comprendere, soprattutto per un bambino – ha commentato Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro e docente di Neuropsichiatria infantile -. Il protocollo rafforza l’impegno del ministero della Giustizia a fianco dei bambini e delle famiglie dei detenuti”. “Il nostro impegno è rivolto a far sì che agli Icam attivi a Milano, Torino, Venezia e Senorbì-Cagliari, che ospitano 26 bambini sui complessivi 43 che vivono con le mamme detenute, se ne possano aggiungere altri, tra i quali quello di Roma – ha sottolineato Santi Consolo, capo del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria -. Per migliorare il rapporto tra genitori detenuti e figli il Dap è fortemente impegnato nella realizzazione delle aree verdi in tutti gli istituti. Bisogna tutelate il diritto alla genitorialità e le condizioni in cui questi incontri si svolgono”. Tutte le attività dei volontari sono finalizzate a creare un clima sereno e accogliente per il minore: per i più piccoli, l’obiettivo è di facilitare il rapporto con la mamma e rendere meno traumatica la convivenza in una struttura penitenziaria. Con le attività nella Ludoteca, invece, si cerca di allentare la tensione precedente all’incontro del bambino con il genitore detenuto.