Giochi: Binetti (Ap), “Senza legge adeguata difficile monitorare dipendenza”

(DIRE-SIR) – “Il fenomeno del gioco d’azzardo non è più un problema di settore, è diventata una questione di credibilità istituzionale: colpisce infatti la difficoltà per cui non si riesca a legiferare efficacemente in questo campo. Fin troppo spesso alle pur scarse norme approvate, non sono seguite azioni concrete efficaci come deterrente alla pratica del gioco d’azzardo. D’altra parte invece di assistere a misure efficaci per ridurre il fenomeno delle dipendenze in tutte le loro variabili, il Parlamento ha in programma un disegno di legge sulla liberalizzazione della cannabis. Nasce quindi il sospetto che alla base della difficoltà a legiferare in materia di azzardo, stia una vera e propria cultura della dipendenza. Una cultura che si sta diffondendo con la complicità politica, di chi intende favorirla, mentre si schiera contro ogni forma di proibizionismo in base ad un principio di liberalismo democratico”. Lo afferma Paola Binetti, deputata di di Area popolare, che aggiunge: “Di fatto i soggetti affetti da grave dipendenza dal gioco sono in aumento. E in mancanza della approvazione della legge che aveva come obiettivi specifici prevenire e curare questo fenomeno, le regioni si sono attivate con misure diverse. La regione Lombardia ad esempio ha finanziato prestazioni a favore di 2.117 soggetti riconosciuti come dipendenti da gioco d’azzardo, con una spesa di 1.366.000 euro per un totale di 47.653 prestazioni a favore di questi soggetti. Un dato chiaro, che emerge dalla relazione sullo stato di attuazione della legge predisposta dalla Regione Lombardia, ma non per questo meno sorprendente. Un costo così alto dovrebbe essere giustificato da una adeguata qualità dei risultati, su cui però non ci sono indicatori precisi. Serve evidentemente una legge che, volendo tutelare i giocatori dal rischio di contrarre una grave forma di dipendenza, rifletta anche su un costo così alto per il sistema sanitario regionale prima e per il sistema sanitario nazionale subito dopo. In carenza di una norma condivisa per la raccolta e l’elaborazione dei dati non è possibile monitorare i processi, né sapere in che misura i servizi offerti hanno favorito il miglioramento delle condizioni personali, familiari e sociali dei soggetti affetti da forme di dipendenza dal gioco d’azzardo”. (www.dire.it)

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