Diocesi: mons. Oliva (Locri-Gerace), “solo riconoscendo il male compiuto si può intraprendere una strada nuova”

“Saper perdonare le offese ricevute” e “saper chiedere perdono per il male commesso”. Questo il messaggio del vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva, che ha celebrato sabato il Giubileo presso la Casa circondariale di Locri. Ai presenti, riferisce una nota diffusa ieri, il vescovo ha spiegato che per tutti c’è una possibilità di riscatto e di redenzione; occorre avere “la forza e l’umiltà di riconoscere il proprio errore e di non nasconderlo. Soltanto riconoscendo il male compiuto si può intraprendere una strada nuova, che porta a essere in pace con sé stessi, con Dio e con gli altri. Si tratta di un percorso che passa anche attraverso la sofferenza della dura esperienza del carcere; pensare che Dio misericordioso ci ama e ci perdona al di là dei nostri meriti, pensare che ci vuole bene sempre e comunque, ci aiuta a guardare il mondo con occhi diversi: essere amati, al di là delle azioni fatte, è la cosa più bella per un uomo o una donna”. Il Giubileo conclude un anno di attività e di iniziative “cariche di significato” per il Carcere di Locri, come ha ricordato la direttrice Delfino: sono stati realizzati progetti destinati ai detenuti con l’obiettivo “di favorire il recupero e la risocializzazione delle persone detenute, di restituire alla società delle persone con un mestiere, con nuove competenze, in sostanza, tentare di rigenerare uomini che hanno sbagliato”. Tra le iniziative il progetto “Falegnami di fede”, grazie al quale nella falegnameria del carcere sono stati fabbricati 30 banchi e 40 portoni in legno destinati alla nuova chiesa della frazione Merici di Gerace.

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