Diocesi: mons. Caiazzo (Matera), la misericordia di Dio “ci libera da tante schiavitù vecchie e nuove”

“Accogliere la misericordia” del Padre “che corre verso il figlio che, pentito, ritorna a lui, significa dare la possibilità a Dio di liberarci da tante schiavitù vecchie e nuove”. Lo ha detto l’arcivescovo di Matera, monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo, nella concelebrazione con il presbiterio diocesano della Messa in occasione della Festa di Maria SS della Bruna del 2 luglio. Prima della benedizione solenne, il presule ha ricordato tutte le vittime del grave attentato terroristico avvenuto nel Bangladesh. “C’è bisogno di tanta guarigione non solo nella carne ma soprattutto interiormente”, ha osservato. Infatti, “più che portatori di pace e misericordia, a volte veniamo percepiti come ‘apostoli’ dell’odio, della presunzione, impiegati del sacro, molto religiosi ma poco credenti. Maria, esperta della benevolenza di Dio, viene a pregare con noi e per noi affinché, incontrando l’amore del Padre, ci sentiamo rinati a vita nuova”. Secondo mons. Caiazzo, “senza rendercene conto, siamo continuamente alla ricerca della felicità” e “a volte per stare un po’ bene, abbiamo bisogno di elisir artificiali: droga, alcool, sesso, denaro”. Maria “ci difende dal male aiutandoci a cercare la vera Vita, e la vera Vita è sempre Gesù”, quel Dio “che non ci giudica o condanna per gli errori del passato ma che ci ama e ci attira a sé. C’è tanto bisogno di misericordia, di perdono, di riconciliazione con la storia e con se stessi”. Di qui l’invito ad attingere al “carro della Grazia” accostandosi al sacramento della confessione. “Quando si riconoscono i propri limiti e si ammettono le proprie responsabilità non è segno di debolezza ma di maturità. Crescere come uomini e con una fede adulta, significa avere il coraggio di riprendersi la vita”.

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