Cardinale Scola: a “Corriere della Sera”, a novembre “dimissioni”, con il Papa rapporti “buoni”

Cosa farà quando a novembre compirà 75 anni? “Come ogni vescovo manderò la mia rinuncia al Papa e poi, quando verrà il momento, abiterò in una canonica vicino a Lecco”. Così il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, risponde ad Aldo Cazzullo, che lo intervista sul “Corriere della Sera” per un bilancio dei suoi cinque anni a Milano. “Torno nelle mie terre – prosegue il porporato a proposito dei suoi progetti futuri – e farò un po’ quello che può fare ogni prete. Se ho ancora forza, ho lì dei brogliacci. Vorrei riprendere il tema della differenza sessuale, a cui già mi sono dedicato in passato, per scrivere qualcosa”. A proposito della visita pastorale che ha appena terminato nella diocesi ambrosiana, Scola la definisce “un’esperienza sorprendente”, soprattutto per “la qualità e la quantità della partecipazione” e per la “grande vitalità nelle nostre province”, dove “ci sono sacche di emarginazione e miseria molto pesanti”. Quanto alla mancata visita di Papa Francesco a Milano, Scola precisa: “Ha soltanto spostato di un anno: si è trovato di fronte un’agenda moto fitta per il Giubileo. Con i suoi collaboratori stiamo fissando la data”. Scola definisce “buoni” i suoi rapporti con Bergoglio, he conosceva “da prima”. “È un solido figlio di Sant’Ignazio”, commenta: “Certo ogni Papa ha il suo stile. Lo stile di Francesco risulta a noi europei – non possiamo nascondercelo – stimolante fino al provocatorio”. Riguardo ad una presunta “sofferenza” della “destra cattolica”, Scola premette: “con categorie come destra e sinistra non si capisce la Chiesa; comunque è vero che alcuni provano disagio. Si può capire la fatica di persone che amano la Chiesa, ma che sanno bene che, per il cattolico, il Papa è il Papa e sottolineano l’importanza di ribadire formulazioni dottrinali esplicite”.

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