Bangladesh: mons. Di Cerbo (Alife-Caiazzo), “sostegno e vicinanza” alla famiglia di Vincenzo D’Allestro

“Se non possiamo cambiare o invertire quello che è accaduto, questi fatti siano per tutti noi occasione di testimonianza civile e cristiana: sia fatta giustizia, non vedetta; sia manifestata la misericordia, ma non sentimenti di odio”. Così monsignor Valentino Di Cerbo, vescovo di Alife-Caiazzo, commenta l’attacco terroristico di venerdì scorso a Dacca, in Bangladesh, tra le cui vittime c’è anche Vincenzo D’Allestro, la cui famiglia risiede in località Cappella, a Piedimonte Matese (Ce). Come riporta Clarus, periodico della diocesi di Alife-Caiazzo, mons. Di Cerbo è stato “informato dei fatti direttamente dai familiari di Vincenzo”. “Alla famiglia di D’Allestro, ucciso barbaramente a Dakha, va in queste ore il mio sostegno e la vicinanza di tutta la Chiesa di Alife-Caiazzo”, ha affermato il vescovo, per il quale “la Chiesa, che è madre, sente il dolore, l’affanno, la rabbia dei suoi figli increduli e sconvolti da simili tragedie, e amorevolmente ne ha cura con la preghiera incessante”. “Ecco il compiersi del male nel cuore di chi non mette Dio al primo posto – prosegue mons. Di Cerbo – ma solo l’efferata rabbia, l’odio, la sete incontrollata di potere, l’istinto selvaggio e cieco che fa di molti giovani anime sole, impaurite, tristi”. “Solo l’amore costruisce un mondo migliore e con esso l’esercizio della cultura che ci apre ad orizzonti di pace e di condivisione – aggiunge il vescovo – e a quanti scelgono queste strade, impiegando competenze e professionalità nel lavoro all’estero, dico ‘grazie’”. “A Vincenzo, alla moglie e agli altri 8 coraggiosi italiani, e a quanti lavorano in condizioni di pericolo, dico ‘grazie’, con simpatia – conclude mons. Di Cerbo – per l’esemplarità di quelle scelte che li spingono a migliorarsi, ad investire la loro creatività con entusiasmo, mitezza, professionalità”.

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