Ecumenismo: Paravati (“Confronti”) a Sae, “via privilegiata” per mondo unito nella diversità

“È la mia storia, è la mia fè” recita l’inno protestante, “perché la fede” è la “mia storia” e, “al contempo, la storia più ampia nella quale si è iscritti, composta da un passato testimoniato e raccontato, e da un futuro da elaborare”. Ha esordito così Claudio Paravati, direttore di “Confronti”, alla tavola rotonda “Di generazione in generazione: esperienze cristiane” svoltasi nell’ambito della 53ª Sessione di formazione ecumenica del Segretariato attività ecumeniche -Sae che si chiude domani ad Assisi. “Rispondere” e “corrispondere” all’incontro “con la fede è una quotidiana educazione a stare al mondo – afferma Paravati – e, da questo punto di vista, un continuo imparare a stare ‘composti’. E quindi stare nel mondo, vivere e testimoniare nel mondo”. Per il direttore di “Confronti”, la “cerniera tra le generazioni deve ricominciare dunque dal curare, con fatica, il cammino congiunto di testimoniare la fede, quotidianamente, nel mondo”. Un cammino “che necessita di pazienza, cura reciproca, condivisione di responsabilità e compiti. Ma anche disposizione ad aprirsi alla novità, ed affrontare la fatica del ‘passaggio di consegne'”. Da questo punto di vista l’ecumenismo “può essere la via privilegiata per comprendere una fede viva, che intuisce la costruzione di un mondo unito nella diversità”.

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