Papa in Polonia: Vian (L’Osservatore Romano), non è “guerra di religione”. “La prima volta” in Europa centro-orientale

La guerra, quella “a pezzi” di cui tante volte ha parlato.” Precisando che forse non è ‘organica’ ma certo organizzata”. A soffermarsi sui temi affrontati ieri dal Papa nel saluto ai giornalisti in volo verso la Polonia è Gian Maria Vian, direttore de “L’Osservatore Romano”, nell’editoriale dal tiolo “La prima volta”. Il pensiero di Francesco, osserva Vian, è andato a don Jacques Hamel, definito “santo sacerdote” e accostato a tanti altri martiri. Il Papa ha quindi scacciato “il fantasma nefasto della ‘guerra di religione’, alimentato ad arte da chi semina odio: ‘Tutte le religioni vogliamo la pace; la guerra la vogliono gli altri, capito?’ ha ripetuto”. “Per la prima volta – prosegue il direttore del quotidiano della Santa Sede – Francesco visita l’Europa centro-orientale e, appena giunto a Cracovia, ha detto di essere contento per questo esordio proprio nella patria di Karol Wojtyła” che ha dato inizio alle Gmg e “a cui stava a cuore che il Vecchio continente potesse respirare finalmente con i suoi due polmoni”. Elogiando la “‘memoria buona’ prevalsa nella Chiesa in Polonia”, il Papa ha segnalato “il perdono scambiato tra gli episcopati polacco e tedesco un ventennio dopo la conclusione della seconda guerra mondiale, e la dichiarazione comune tra la Chiesa cattolica in Polonia e quella ortodossa russa”. Nel 1966 il regime comunista impedì a Paolo VI la visita in terra polacca per il millenario del battesimo, ma “già alla fine del decennio successivo l’elezione dell’arcivescovo di Cracovia segnò l’inizio di tempi diversi” e “aprì la strada alle successioni papali di un tedesco dopo il primo polacco, quasi a chiudere simbolicamente il conflitto mondiale, e quindi di un vescovo preso ‘quasi alla fine del mondo'”. Oggi, prosegue Vian, è Francesco “a visitare la Polonia, dove si celebra la giornata mondiale della gioventù, per incoraggiare la nazione e la Chiesa. Perché prevalga appunto la memoria buona e si rifletta sulla coincidenza di questo anniversario del battesimo con l’anno santo della misericordia”. Su questo il Papa ha condotto una vera e propria meditazione durante la messa a Czestochowa, “capitale spirituale del Paese”, dopo aver dialogato con l’episcopato nella cattedrale del Wawel. “Raccomandando ai fratelli vescovi – conclude – soprattutto vicinanza: a tutto il popolo di Dio e ai loro sacerdoti, con una sollecitudine tutta particolare”.

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