Gmg 2016: mons. Carboni (Ales-Terralba), questo incontro “deve essere un’occasione per accendere una scintilla”

foto SIR/Marco Calvarese

(dagli inviati a Cracovia) Provare a raccontare se stessi guardando le proprie mani. Che sono il simbolo della concretezza e quindi anche il veicolo di una misericordia che non ha nulla di astratto, ma può e deve realizzarsi nella quotidianità. Padre Roberto Carboni, vescovo di Ales-Terralba, lancia questa provocazione ai ragazzi delle diocesi della Sardegna che, insieme ad alcuni gruppi di Taranto, Milano, Roma, al Movimento ecclesiale carmelitano e alla Gioventù Ardente Mariana, affollano la Chiesa dei Carmelitani per la prima giornata di catechesi. “Con le mani – spiega – Gesù solleva dalla polvere la donna adultera, accarezza i bambini, spezza il pane e lava i piedi dei discepoli. Non ha paura di sporcarsi con noi, è disposto a toccarci e, come una madre, quando ci vede camminare verso il peccato si lancia per afferrarci”.
Mentre Carboni ricorda che “ognuno di noi è importante per Dio che ci ama così come siamo” e che in quest’ottica “la Gmg deve essere un’occasione per accendere una scintilla”, diversi giovani si alzano e raggiungono i sacerdoti sparsi nella chiesa per confessarsi. “La misericordia di Dio ci dice che siamo amati, ma chiama anche noi a sporcarci le mani, soprattutto con chi è sporco”, è l’invito del vescovo francescano che chiude la sua riflessione con un aneddoto. Racconta di un sacerdote che entra nella sua chiesa di Varsavia, distrutta dai bombardamenti, e trova un Crocifisso senza mani e senza piedi ed esclama: “Gesù non ha mani, ha solo le nostre mani”. “La cura di Dio per noi passa per mezzo della cura che abbiamo per gli altri”, dice Antonio, di Iglesias, uno dei primi a rompere il ghiaccio e a condividere ad alta voce il suo pensiero. “La vera ricchezza è rendere felici gli altri”, gli fa eco Alessandro, di Taranto. Poi ecco Laura di Cagliari, Beppe di Milano, Alessandro di Olbia: prima della messa celebrata dal vescovo di Lanusei, Antonello Mura, in tanti condividono i propri pensieri. Idee, propositi, semi di impegno.

(Stefania Careddu – Avvenire)

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