Papa Francesco: incontro autorità polacche, la “memoria buona” e la “memoria cattiva”

(dagli inviati Sir a Cracovia) “Nella vita quotidiana di ogni individuo, come di ogni società, vi sono due tipi di memoria: buona e cattiva, positiva e negativa”. È il tema centrale del primo discorso del Papa in terra di Polonia. “Non può esistere dialogo se ciascuno non parte dalla propria identità”, ha spiegato Francesco, secondo il quale “la proficua cooperazione nell’ambito internazionale e la reciproca considerazione maturano mediante la coscienza e il rispetto dell’identità propria e altrui”. Poi, entrando nel dettaglio del tema scelto: “La memoria buona è quella che la Bibbia ci mostra nel Magnificat, il cantico di Maria, che loda il Signore e la sua opera di salvezza”. La memoria “negativa”, invece, è quella che “tiene lo sguardo della mente e del cuore ossessivamente fissato sul male, anzitutto su quello commesso dagli altri”. “Guardando alla vostra storia recente, ringrazio Dio perché avete saputo far prevalere la memoria buona”, il tributo di Francesco ai polacchi: ad esempio, celebrando i 50 anni del perdono “reciprocamente offerto e ricevuto” tra gli episcopati polacco e tedesco, dopo la seconda guerra mondiale. Una “iniziativa”, questa, che “ha coinvolto inizialmente le comunità ecclesiali”, ma “ha innescato anche un processo sociale, politico, culturale e religioso irreversibile, cambiando la storia dei rapporti tra i due popoli”. Francesco ha citato anche la Dichiarazione congiunta tra la Chiesa cattolica di Polonia e quella ortodossa di Mosca: “Un atto che ha avviato un processo di avvicinamento e fraternità non solo tra le due Chiese, ma anche tra i due popoli”. “La nobile nazione polacca mostra come si può far crescere la memoria buona e lasciar cadere quella cattiva”, ha sintetizzato il Papa, perché Dio “guida i destini dei popoli, apre porte chiuse, trasforma le difficoltà in opportunità e crea nuovi scenari laddove sembrava impossibile”, come testimonia la vicenda storica della Polonia. Le “sfide del momento”, ha concluso Francesco, “richiedono il coraggio della verità e un costante impegno etico, affinché i processi decisionali e operativi come pure le relazioni umane siano sempre rispettosi della dignità della persona. Ogni attività ne è coinvolta: anche l’economia, il rapporto con l’ambiente e il modo stesso di gestire il complesso fenomeno migratorio”.

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