Europa: p. Spadaro (La Civiltà Cattolica), “ripartire dalla cittadinanza”. La Chiesa non è “garanzia politica dei ceti dominanti”

“La sfida è aggiornare l’idea di Europa” e “la domanda da porsi non è ‘chi sei Europa’, ma ‘Europa, che cosa speri?’ e ‘Europa sei ancora in grado di sperare?’”. Il direttore de “La Civiltà Cattolica”, padre Antonio Spadaro, intervenendo ieri a Roma alla presentazione del numero della rivista di geopolitica Limes dedicato alla Brexit, ha spiegato la visione che dell’Europa ha Papa Francesco, lui che è “figlio dell’Europa” per via delle sue radici familiari e culturali e che però la osserva con “lo sguardo di Magellano”. Il Papa – ha detto padre Spadaro rileggendo la geografia dei viaggi di Francesco – “pone il problema delle frontiere dell’Europa”. La immagina “a cerchi concentrici”, capace di “inserire le differenze nel processo della sua costruzione”. Un’Europa dotata di “una flessibilità che superi l’idea di Stato-nazione e il populismo dilagante”. “Non è corretto parlare di Europa come casa”, ha puntualizzato il direttore, perché “non è una cosa, è un processo” e “non va considerata come uno spazio, ma come un tempo”. Si tratta di “ripartire dalla cittadinanza” perché ora – ha osservato padre Spadaro – “siamo abitanti europei, non cittadini” e si può essere cittadini “solo se si fa un’esperienza storica di popolo” e si ha “un orizzonte utopico condiviso”. In questa Europa, il ruolo della Chiesa è quello rappresentato dall’immagine evangelica della lavanda dei piedi, non di essere “garanzia politica dei ceti dominanti”. “Un ruolo decisamente anti-costantiniano e post-carolingio”, ha sottolineato concludendo il suo intervento.

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