Diocesi: mons. Marcia (Nuoro), “padre Jacques ci interroga”. Domenica un gesto di rispetto e accoglienza

“Da Saint-Etienne du Rouvray in alta Normandia giunge un grido, che prima ci lascia attoniti, allibiti e poi ci lacera e ci rende irrequieti: Perché? Ci sembra non trovare risposta! Ma forse domani o fra qualche giorno non ci disturberà più di tanto! Solo il ricordare il fatto ci toglierà la serenità del momento e rimuoveremo prestissimo anche il ricordo”. Lo scrive monsignor Mosè Marcia, vescovo di Nuoro, in una riflessione pubblicata sul sito della diocesi. Il presule sottolinea che divisioni, mancanza di rispetto del diverso, non accoglienza si verificano anche “in famiglia, tra marito e moglie, con i figli, con i vicini di casa o nel nostro quartiere”, senza esiti tragici si tratta tuttavia della “stessa radice del male che vediamo agire in questi giorni”. Di qui l’invito a tutti i fedeli della diocesi “per domenica prossima – facendo nostre anche le provocazioni delle letture che la liturgia ci porrà dinanzi – a fare dei gesti personali, famigliari, di condominio o di quartiere che ci portino a riflettere quanto nel nostro piccolo siamo capaci di accoglierci e di rispettarci l’un l’altro”. Gesti “non eclatanti, ma significativi per chi li compie”; momenti di rinuncia e di riflessione “chiedendo per noi stessi al Signore la capacità e la forza di perdonare quanti ci hanno offeso”. “Anche un segno esterno – prosegue mons. Marcia -, da un lenzuolo bianco alla finestra o una lampada accesa al davanzale, qualcosa che mostri anche esteriormente l’impegno di quel condominio o di quel quartiere o di quella comunità: l’impegno a voler camminare insieme verso l’unità, il rispetto e l’accoglienza”. L’invito, infine, alle comunità parrocchiali a “offrire la Messa ‘pro populo’ con questa intenzione, e in ogni celebrazione eucaristica a esprimere una intenzione particolare alla preghiera dei fedeli, per chiedere il dono del perdono e la grazia della comunione”.

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