Acs: al meeting di Rimini dal 19 al 25 agosto una mostra sui cristiani perseguitati

“Ora che in Europa le chiese vengono colpite ed i sacerdoti trucidati esattamente come accade in Medio Oriente, non è più possibile distogliere lo sguardo dalla persecuzione cristiana. Ora che la jihad bussa alle nostre porte, la mancata conoscenza del dramma vissuto dai nostri fratelli nella fede in tutto il mondo, non può essere più perdonata”. Lo afferma Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs), che da quasi 70 anni documenta il martirio cristiano in tutto il mondo. Quest’anno, dal 19 al 25 agosto, sarà al meeting di Rimini con una rassegna di 400 metri quadri sulla persecuzione anticristiana dal titolo: “La vostra resistenza è martirio, rugiada che feconda”. Un titolo che riporta le parole pronunciate da Papa Francesco in un videomessaggio ai cristiani iracheni in occasione del Natale 2014. Accanto a stragi come quella accaduta a Lahore in Pakistan nel giorno di Pasqua, sono ricordati massacri avvenuti in Occidente, come quello del Bataclan. La mostra permetterà ai visitatori di riflettere sulla persecuzione attraverso un percorso sensoriale e ambientazioni realistiche. Saranno presenti inoltre guide di eccezione: sacerdoti e fedeli della Chiesa perseguitata, dall’Ucraina al Centrafrica, dall’Iraq al Pakistan. Dalla Nigeria alla Corea del Nord, passando per Iraq, Siria, Pakistan, Cina. L’esposizione mostrerà laddove la fede in Cristo può costare la vita e metterà a nudo sia la persecuzione messa in atto da regimi totalitari che le atrocità commesse dai fondamentalismi: i copti egiziani uccisi da Isis in Libia, gli studenti trucidati a Garissa, le religiose freddate in Yemen, l’esodo forzato dei cristiani dall’Iraq. Acs cercherà di andare “oltre la mera denuncia indicando risposte chiare e concrete all’orrore, rappresentato da episodi simili a quanto accaduto ieri nella Chiesa di Saint-Etienne-du Rouvray, in cui è stato sgozzato il parroco, padre Jacques Hamel”, precisa la fondazione, che cerca di ricostruire nei luoghi dove il fondamentalismo distrugge. Come in Bangladesh, dove grazie al gesto della famiglia di Simona Monti, una delle vittime dell’attentato di Dacca, costruirà una chiesa.

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