Gmg 2016: p. Chagas (Pcpl), “da Gmg una risposta alla violenza, Cracovia scelta profetica”

foto SIR/Marco Calvarese

(dagli inviati Sir a Cracovia) “Una risposta al clima di violenza e di tensione di questi tempi verrà dai giovani della Gmg. In Polonia si respira una bella atmosfera, grazie anche ai controlli di sicurezza, attenti e discreti allo stesso tempo, messi in atto dalle istituzioni locali per garantire i pellegrini in arrivo”. A dichiararlo al Sir è padre Joao Chagas, responsabile della Sezione “Giovani” del Pontificio Consiglio per i laici (Pcpl), l’organismo della Santa Sede cui è demandata l’organizzazione delle Gmg. I fatti di violenza in Europa e fuori che stanno caratterizzando queste ultime settimane che precedono l’evento di Cracovia, trovano una risposta nei “gruppi colorati di giovani che stanno cominciando a riempire strade e piazze e che gridano a tutti di non avere paura, ripetendo la medesima esortazione di san Giovanni Paolo II”. “Cracovia è la capitale della Misericordia e mai decisione fu più profetica – aggiunge Chagas -. Nessuno, infatti, avrebbe mai potuto pensare che la scelta di questa città – che risale a Benedetto XVI – e del tema della Gmg, ‘Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia’, operata dopo la Gmg di Rio de Janeiro (2013), potesse cadere all’interno di un Giubileo della misericordia. Sarà una esperienza molto forte. San Giovanni Paolo II diceva che la misericordia pone un limite al male. Essa è l’unico rimedio alla violenza e al male di questi tempo”. “Nel suo messaggio per questa Gmg – annota padre Chagas – Papa Francesco esorta i giovani a fare personalmente l’esperienza della misericordia ed è ciò che faranno quando si recheranno in pellegrinaggio al Santuario della Misericordia rinnovando la loro fede attraverso l’espressione ‘Gesù, io confido in Te’. Devono diventarne testimoni. La misericordia implica tolleranza, sopportazione, pazienza. La Gmg offre occasioni ai giovani e agli educatori di impegnarsi in questo. La misericordia è esperienza di essere perdonati e di perdonare. I giovani hanno voglia di spiritualità, basta provocarli”.

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