“Un momento di festa in famiglia per dire grazie a una persona che ha accompagnato, passo dopo passo, il costituirsi della Segreteria per la comunicazione”. Così monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione (Spc), ha salutato oggi monsignor Claudio Maria Celli, presidente emerito del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali (Pccs), che ieri ha terminato il suo servizio per raggiunti limiti di età. Per l’occasione la Segreteria ha organizzato un momento di festa, invitando anche quanti hanno collaborato con Celli negli anni della sua presidenza al Pccs dal 2007 al 2016. “Quello di oggi – ha spiegato Viganò – è un momento di festa per dire grazie a mons. Celli. Conosco personalmente l’arcivescovo dal lontano 1991 quando il cardinale Martini mi chiese di studiare comunicazione a Roma, prestando servizio spirituale al Collegio universitario Villa Nazareth, di cui Celli è vicepresidente. Tutti gli studenti erano molto affascianti dalla sua amabilità e squisita intelligenza: uno stile probabilmente appreso alla scuola del cardinale Silvestrini, diplomatico di lungo corso”. Viganò ha ringraziato Celli per “aver seguito, dal giugno 2015, la costituzione della Segreteria, con il patrimonio della sua conoscenza della Curia romana e anche con il ricco percorso compiuto dal Pccs. Onestamente – ha osservato – bisogna sottolineare l’impegno di mons. Celli a disporre in un percorso preciso l’esigenza di riforma dei media vaticani. Fu lui a convocare tavoli d’incontro e collaborazione più strategica tra Radio Vaticana, Ctv e L’Osservatore Romano. Lo ringrazio personalmente, insieme a tutti gli amici, che oggi sono qui. Insomma, una vera e propria festa di famiglia, un passaggio di testimone, sugellati dalla presenza del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, che ringraziamo. La sua partecipazione indica chiaramente il desiderio della Santa Sede di rivolgere un saluto a chi ha sviluppato alcune tra le più interessanti idee comunicative: dall’applicazione The Pope App al sito News.va… Grazie, mons. Celli”.