Agricoltura: Acli Terra, “aziende che coltivano grano e cereali in crisi. Rilanciare il settore”

“La crisi del comparto cerealicolo sta mettendo in ginocchio l’economia di una parte importante del Paese. Aziende familiari, che da generazioni si occupano della coltivazione del grano e di altri cereali, per la prima, volta stanno pensando di abbandonare questa coltivazione. Sarebbe un dramma che non possiamo permetterci”. Questa la preoccupazione del presidente nazionale di Acli Terra, Giuseppe Cecere, per il rischio di collasso della risorsa grano in Italia. In un commento alle novità del Piano cerealicolo nazionale presentato ieri dal ministro Maurizio Martina, Cecere plaude al governo per la previsione degli stanziamenti in favore degli agricoltori, penalizzati dal crollo del prezzo, e sostiene la necessità di tutelare il Mezzogiorno, dove l’agricoltura e la coltivazione dei cereali rappresentano ancora una fetta importante dell’economia locale. “Occorre ora, però, che le buone intenzioni si traducano in azioni concrete – continua Cecere – per evitare una speculazione sui prezzi, offrire una maggiore trasparenza e tutelare il nostro prodotto come materia prima fondamentale per la gastronomia italiana”. “Allo stesso tempo- conclude – bisogna offrire alle aziende agricole, e soprattutto ai giovani che si avvicinano al comparto, tutele assicurative e strumenti di controllo della qualità in tutta la filiera, affinché si rispetti il disciplinare del sistema di qualità della produzione integrata e si risponda a determinati requisiti organolettici”. “Le Regioni più danneggiate dalla crisi sono la Sicilia e la Puglia, maggiori produttori di grani per la pasta”, ha aggiunto il vice presidente di Acli Terra, Francesco Sderlenga: “Le istituzioni, le organizzazioni agricole e le imprese di trasformazione, di commercializzazione e dell’industria mangimistica possono collaborare al rilancio di un settore”.

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