Ue: Commissione, bilancio incentrato su crescita, lavoro e risposta a crisi profughi. Georgieva, sostegno a economia

Bruxelles: la commissaria Ue Georgieva

(Bruxelles) Con la proposta per il budget 2017 da parte della Commissione Ue, è partito l’iter di bilancio comunitario che prevede, per il prossimo anno, pagamenti per 134,9 miliardi di euro ed è incentrato su due priorità politiche dell’Europa: “sostenere la ripresa in corso dell’economia – spiega la Commissione – e affrontare le sfide umanitarie e di sicurezza nel nostro vicinato”. Sono previsti “maggiori fondi per gli investimenti a favore della crescita, dell’occupazione e della competitività nell’Unione e per garantire le risorse necessarie per proteggere le frontiere esterne, rafforzare la sicurezza all’interno e all’esterno dell’Unione, fornire sostegno per l’accoglienza e l’integrazione dei rifugiati e affrontare le cause profonde della migrazione nei Paesi di origine e di transito”. La vice presidente della Commissione, Kristalina Georgieva, responsabile del bilancio e delle risorse umane, ha dichiarato: “L’Unione europea si trova di fronte a sfide enormi e in questi momenti difficili un bilancio dell’Ue mirato ed efficace non è un lusso bensì una necessità: contribuisce ad ammortizzare gli shock stimolando la nostra economia e aiutando ad affrontare problematiche quali la crisi dei rifugiati”. L’iter prevede che le due autorità di bilancio, Consiglio e Parlamento Ue, giungano entro l’anno a una decisione concertata sulle cifre.
La Commissione prevede, per sostenere la crescita economica, 74,6 miliardi di euro, a fronte di 69,8 miliardi nel 2016. In questa cifra sono compresi, ad esempio, gli investimenti per la ricerca e l’innovazione (Orizzonte 2020), 2 miliardi per Erasmus+, 2,5 miliardi nell’ambito del Meccanismo per collegare l’Europa. Per sostenere gli agricoltori europei si propone un importo di 42,9 miliardi. Sono 5,2 miliardi i fondi per rafforzare le frontiere esterne dell’Unione e affrontare la crisi dei rifugiati e l’immigrazione. “Il bilancio dell’Ue corrisponde all’1% circa del Pil dell’Ue, ma – specifica una nota della Commissione – ha un’incidenza considerevole grazie al suo effetto moltiplicatore”. “Nel periodo 2007-2013, ad esempio, l’aumento medio del Pil dovuto alla politica di coesione è stimato al 2,1% all’anno in Lettonia, all’1,8% all’anno in Lituania e all’1,7% all’anno in Polonia”.

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