Retinopera: Bonini (Lumsa), in politica “dobbiamo uscire dal XX secolo”. Cattolici, “difetto di soggettività”

Tra Otto e Novecento le linee di frattura sociale su cui si sono generati i partiti erano: città/campagna, Stato/Chiesa, lavoratori/proprietari, centro/periferia; adesso sono vecchio/nuovo, dentro/fuori, inclusi/esclusi. È quanto ha sostenuto Francesco Bonini, storico delle istituzioni e rettore della Lumsa, nella relazione sulla crisi dei partiti al seminario di Retinopera in corso ad Assisi. “Tutti i partiti si presidenzializzano – ha osservato tra l’altro Bonini – e assumono sempre più il carattere di federazioni di notabilati locali o di categoria e di portatori di voti, suscettibili questi di migrazioni e riaggregazioni. Questo aggregato neo-notabilare è aggrumato sotto il controllo di una rafforzata leadership centrale”. È “un sistema apparentemente molto funzionale, ma di fatto strutturalmente vulnerabile” e così, dopo quelle che Bonini ha definito “quattro alternanze per disperazione”, si è arrivati allo stallo. “I sistemi maggioritari non esimono dalla crisi”, ha sottolineato il rettore della Lumsa, perché “la realtà zampilla fuori dalle gabbie elettorali”.
Quanto ai cattolici, essi secondo Bonini si trovano in una “tenaglia” tra la fine del partito unitario e la necessità dell’impegno. “Noto un difetto di soggettività – ha spiegato – per rispondere alle esigenze dell’interlocuzione e dell’operosità nella sfera pubblica”; manca “una forma organizzata e strutturata di interlocuzione” in un momento in cui sono presenti “processi di frammentazione e di ristrutturazione di proporzioni inusitate”. Ma per affrontare tale questione è necessario anche un cambio generazionale: “Occorre fuoriuscire completamente dal XX secolo”.

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