Donne: “segnalate i violenti”, ecco camper della polizia

(DIRE-SIR) – “Il nostro scopo non è quello di posizionare un camper nelle piazze per acquisire solo e soltanto denunce, ma incrementare la coscienza di ciascuno sulla violenza di genere. A volte una chiacchierata, uno sfogo, può essere molto utile: i reati sono in calo anche qui ma aumentano le segnalazioni, e questo è positivo”. Così il capo della Squadra mobile di Bologna, Luca Armeni, spiega il senso del camper della Polizia che oggi è spuntato in piazza Re Enzo. Se anche e soprattutto in questi giorni si sono registrati nuovi gravi casi di “femminicidio”, l’iniziativa si inserisce nel progetto nazionale contro la violenza alle donne ribattezzato “Questo non è amore”, contraddistinto dalle equipe di operatori specializzati nella raccolta delle testimonianze delle vittime. Nel territorio il furgone comparirà il primo e il terzo sabato di ogni mese fino a settembre-ottobre, non solo nel capoluogo ma anche in provincia, da Imola a San Giovanni in Persiceto. In base al rapporto tra numero di denunce e numero di abitanti, nell’ambito della campagna sono state considerate 14 città campione a livello nazionale: si è partiti con L’Aquila nel 2013, continuando tra nord e sud Italia. Armeni e il questore, Ignazio Coccia, oggi non forniscono particolari dati sulle denunce a livello locale ma il trend è quello nazionale: i dati del Viminale parlano di un calo delle denunce attorno al 20% tra 2015 e 2016, anche se cresce il numero di donne che si rivolge alle organizzazioni anti-violenza per consultarsi o ricevere informazioni preziose.
La rete è costituita da un lato dagli organi di Polizia, dalla Polizia giudiziaria alla Divisione anticrimine passando per ufficio minori, psicologi e medici, dall’altro dalle associazioni di volontari e operatori, che a Bologna registra il particolare coinvolgimento di quelle straniere (romene e albanesi soprattutto, ma ci sono contatti anche con peruviani e bengalesi) per superare ogni ostacolo culturale e di lingua. Si raccomanda a fianco del camper della Polizia in piazza Re Enzo Angela Romanin, della Casa delle donne di Bologna, che cita anche il recentissimo caso di violenza di genere a Reggio Emilia: “Molto spesso le donne hanno paura di uscire allo scoperto, sanno che rischiano di più. Tuttavia, ricordo che tutti i centri anti-violenza lavorano in anonimato e in riservatezza. Forniamo una consulenza per le prime mosse da fare in caso di maltrattamenti, qui l’accesso è libero e si può tornare anche dopo molto tempo- assicura Romanin- dalla prima volta”. Preme sulla sensibilizzazione generale anche il questore Coccia: “È un problema culturale, non soltanto delle forze di Polizia. Questo è un momento di riflessione per tutti, ognuno può dare il proprio contributo. Partiamo con questa iniziativa che continuerà nel corso dei mesi, ma l’impegno deve essere costante. Dobbiamo far emergere- evidenzia il questore- un sommerso importante: ci son tanti casi anche gravi che non escono dalle mura domestiche, speriamo che iniziative come quella di oggi favoriscano l’emersione”.

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