Giornalismo: Quirico (La Stampa), “solo attraverso la commozione è possibile il passaggio fondamentale della conoscenza”

“L’atto giornalistico è la connessione obbligatoria tra il raccontare e il commuoversi. Solo attraverso la commozione è possibile il passaggio fondamentale della conoscenza”. Lo ha affermato ieri sera Domenico Quirico a Cesenatico per il secondo appuntamento de “I lunedì culturali” organizzati dalla parrocchia di San Giacomo. Per l’inviato de “La Stampa”, rapito nel 2013 dall’Isis, nell’esercitare la sua professione un giornalista deve sempre “raccontare la verità ai lettori in un rapporto di lealtà con le persone di cui si parla”. Oggi – ha aggiunto Quirico – “meno vedi più scrivi. Non ho mai scritto un articolo sul racconto di un altro, nemmeno di un profugo”. “I miei strumenti di lavoro – ha rivelato – sono i miei occhi e le mie orecchie. Non prendo neppure più gli appunti. Ciò che mi resta è ciò che merita di essere scritto, dopo aver fatto selezione con ciò che ho vissuto”. Parlando del suo modo di lavorare, Quirico ha svelato che “ascolto ciò che dice la gente. Non vado nei Marriott dove si trovano occidentali perditempo”. “Io ho sempre un dopo, è vero – ha proseguito – però posso garantire che se scrivo è perché c’ero. Il lettore ha diritto di sapere ciò che ho provato”. “Ho ‘la fortuna’ di andare dove gli uomini muoiono”, ha continuato il giornalista, sottolineando che “in quel momento io sono gli occhi e le orecchie di voi lettori”. “Una buona scrittura giornalistica – ha concluso – è quella che fa sentire l’odore”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa

Informativa sulla Privacy