Cardinale Piovanelli: “Sono nato e sono rimasto povero. Ho da lasciare soltanto amore”

“Io sono nato povero e nonostante una vita piena di contatti con tante persone, tante situazioni e nonostante il mio percorso nella Chiesa, sono rimasto povero e quindi non ho nulla da lasciare; ho da lasciare soltanto amore; l’amore con cui ho cercato di incontrare gli altri; e ora che sono ai momenti ultimi della mia vita intendo fare, mettendo tutto nelle mani di Dio, il dono di me al Signore”. È un passaggio del testamento spirituale, firmato “prete fiorentino”, che il cardinale arcivescovo emerito di Firenze Silvano Piovanelli ha dettato dal convitto ecclesiastico del capoluogo toscano nel giorno della memoria liturgica di sant’Antonio da Padova, meno di un mese prima della morte, avvenuta lo scorso 9 luglio. Oggi L’Osservatore Romano ne pubblica integralmente il testo. “Il Signore ha talmente accompagnato ogni mio passo – scrive il porporato – che non mi sono mai sentito solo ed è proprio Gesù che ora mi apre le braccia. Posso dire che passo dopo passo Lui è stato al mio fianco e ha riempito la mia mente, il mio cuore, tutto di me. Attraverso di Lui ho sentito di essere fratello di tutti gli uomini, particolarmente dei poveri, dei malati e delle persone sole ed abbandonate”. Ai sacerdoti fiorentini, “dal caro vescovo Giuseppe” fino all’ultimo ordinato, un invito: “Crescete nell’amore verso Gesù Cristo e verso i poveri, i malati, i piccoli, gli ultimi. E vogliatevi bene tra di voi”. Ai consacrati l’invito a continuare a pregare “perché il Signore sempre più diventi l’unico della loro vita”. Ai laici, “in mezzo ai quali ho trovato tante tracce di santità, per lo più nascosta e anonima, dico di fidarsi sempre di Dio e guardare a Lui solo per far crescere l’edificio, di cui sono pietre vive, ognuna essenziale e complementare per la costruzione del corpo di Cristo che è la Chiesa”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori

Informativa sulla Privacy