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Migranti: appello Caritas e Secours Catholique per profughi a Ventimiglia. “Proteggere le persone, non le frontiere”

Di fronte alla “situazione ancora disastrosa” di Ventimiglia dove 5mila immigrati sudanesi, eritrei ed etiopi, tra cui molte donne incinte e bambini, sono bloccati al confine con la Francia senza possibilità di proseguire il loro viaggio, ma nemmeno di accedere a nessun tipo di servizio né a centri di accoglienza, Caritas Europa, Caritas italiana e le associazioni francesi Secours Catholique e Caritas France hanno rivolto un ennesimo appello alle autorità italiane e francesi. La richiesta è che “si occupino dei bisogni fondamentali dei migranti, anche quelli in transito, per garantire loro dignità umana ed evitare l’uso arbitrario della detenzione o dell’arresto”. Se l’appello al governo italiano e quello francese è di “concordare una risposta comune alla situazione, nel rispetto dei diritti fondamentali dei migranti”, agli stati membri dell’Ue si chiede di “garantire solidarietà e condivisione delle responsabilità”. Da mesi ormai la Caritas invita a “dare priorità alla protezione delle persone anziché delle frontiere” e “aprire percorsi sicuri e legali per arrivare in Europa”. Per iniziativa del vescovo di Ventimiglia, Antonio Suetta, adesso è nella parrocchia di Sant’Antonio che si distribuiscono cibo, abiti e prodotti per l’igiene, grazie alla collaborazione di numerose associazioni cattoliche, cristiane e musulmane. Lì è nata la piccola Sharifa Maria. “Non sarà certamente l’ultima a nascere: molte altre donne incinte vivono lì”, testimonia la Caritas.

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