Caso Schwazer: don Lusek (cappellano olimpico), “Caso è serio. Se non si diradano le ombre, sarà una sconfitta per tutti”

“Il caso di Alex è serio. Se non si diradano le ombre, sarà una sconfitta per tutti”: così don Mario Lusek, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale del turismo, tempo libero e sport della Cei, commenta così al Sir il nuovo caso di doping che ha visto coinvolto il marciatore Alex Schwazer e per questo fermato per le Olimpiadi di Rio de Janeiro, del 5 agosto prossimo. Don Lusek, che è anche cappellano della squadra olimpica azzurra, attende l’evolversi della vicenda anche perché da tempo segue in modo “discreto” il percorso di rinascita del marciatore. “La sua marcia – ricorda don Lusek – si era interrotta bruscamente a Londra nel 2012. Io ero lì. Ha ammesso la sua colpa. Ha pagato il debito. Si è umiliato. Si è rialzato ed ha ricominciato a camminare con slancio, passione, coraggio e voglia di riscatto”. “Questo nuovo cammino si è fermato o è stato fermato di nuovo – aggiunge – ed è una sconfitta per tutti se non si diradano le ombre. Altri non ce l’hanno fatta a qualificarsi e quindi è una occasione persa. Ogni atleta sa che non può fermarsi mai dinanzi ad un ostacolo: anzi che bisogna ripartire da esso per tornare a guardare lontano e sognare ancora. Come nella vita”.

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