Venezuela: i vescovi chiedono che il referendum per la revoca di Maduro si svolga entro l’anno

Nuovo accorato messaggio dei vescovi venezuelani sulla drammatica situazione del Paese. Con una serie di richieste precise al Governo, a partire da quella di far svolgere antro l’anno il referendum sulla destituzione del presidente Maduro. Il messaggio, emesso a conclusione dell’assemblea plenaria della Conferenza episcopale (Cev), è stato presentato ieri alla stampa. Si intitola “Il Signore ama chi cerca la giustizia” e parte dalla volontà dei vescovi di “condividere con il popolo venezuelano la angustie che stiamo soffrendo e comunicare la speranza che, riconciliati e nel dialogo, troviamo soluzioni efficaci all’attuale crisi”. Il documento descrive con preoccupazione l’attuale crisi sociale, economica e politica, a partire dalla drammatica mancanza di alimenti e medicinali. Secondo la Cev “il tono bellicoso e aggressivo della Dirigenza ufficiale (cioè del Governo, ndr) rende ogni giorno più difficile la vita. Il costante messaggio di odio, la criminalizzazione e la punizione verso tutta la dissidenza feriscono le famiglie e le relazioni sociali. In questa situazione, la crescita del potere militare è una minaccia alla tranquillità e alla pace”. I vescovi denunciano anche il crescente clima di insicurezza che avvolge il Paese e citano il caso accaduto qualche giorno fa a Mérida, dove numerosi passanti, tra cui diversi seminaristi minori di età sono stati aggrediti per strada, picchiati e denudati.
Secondo la Conferenza episcopale la democrazia in Venezuela è sul punto di rottura e “il Governo e gli altri poteri che hanno la responsabilità di ascoltare e concertare con tutti, non si stanno adoperando a sufficienza” per ricostituire il tessuto democratico.
Certo, “la crisi morale è peggiore di quella economica e politica, perché colpisce tutta la popolazione nelle sue norme di comportamento”. A questo proposito viene citata la crescente pervasività della corruzione. Ma il documento prosegue denunciando le manchevolezze del Governo presieduto dal presidente Nicolás Maduro, che “disconosce l’autorità legittima dell’Assemblea nazionale” e in tal modo la volontà popolare. Prosegue il documento: “La radice dei problemi sta nello sviluppo di un progetto politico totalitario, che impoverisce il popolo, basato sulle rendite e centralista, progetto che il Governo sta cercando difendere”.
Da qui alcune proposte esplicite, definite “urgenti”, a partire dalla più importante: “Il Consiglio nazionale elettorale ha l’obbligo di gestire l’iter del referendum per la revoca del Presidente perché si realizzi entro l’anno. Si tratta di un cammino democratico, un diritto previsto dalla Costituzione”. Inoltre, per i vescovi è urgente che l’Esecutivo “consenta l’ingresso di medicinali”. Per la loro ricezione e distribuzione, la Chiesa mette a disposizione la struttura delle Caritas. Ed arriva ancora una volta la richiesta di riaprire la frontiera con la Colombia, nei giorni scorsi oltrepassata de decine di migliaia di cittadini che sono entrati ne paese confinante pe fare la spesa. Infine il documento torna a chiedere la liberazione dei prigionieri politici.

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