Scontro treni in Puglia: Diella (Unitalsi), “conservare l’indignazione per quanto accaduto e accade”

“Chissà quante volte sarò salito anche io su quel treno delle ferrovie Bari Nord per andare a Bari”. Inizia con alcuni ricordi personali la lettera che il presidente nazionale dell’Unitalsi Antonio Diella, pugliese, ha scritto a tutti soci dell’Associazione dopo il disastro ferroviario avvenuto ieri a Corato. “Per noi, gente di provincia e di piccoli paesi – spiega -, il treno diventa in certi periodi della vita o addirittura per quasi tutta la vita, una specie di ‘seconda casa’, dove intrecci amicizie e confidenze, dove stando in piedi pressati come sardine o seduti ‘in gruppi’ sui sedili mai sufficienti, condividi problemi, racconti, speranze, piccoli e grandi drammi; dove ti addormenti, perché ti sei dovuto alzare molto presto per prendere il treno, mentre gli altri attorno a te giocano a carte o discutono di sport e del capo ufficio che non capisce niente come se tu non stessi dormendo ma poi ti sveglino alla stazione giusta per evitare che tu finisca chissà dove”. “Il dolore è grande, per il disastro ferroviario di ieri”, dice Diella, “perché insieme alle persone capisci che muore una parte della tua speranza di garantire a tutti e soprattutto a chi ha più necessità e ha meno possibilità non solo uguaglianza, ma anche servizi decenti e sicurezza massima. Perché non ne possiamo più di inefficienze e ritardi, di lentezze e comizi, di giustificazioni post mortem e di irresponsabilità diffuse”, al Nord come al Sud, “perché la marginalità è ovunque e la incapacità di valorizzare persone e territori non è più il privilegio solo di alcune zone arretrate del Paese”.

Ora, “restano la sofferenza e la rabbia. Per questi poveri morti. Per i feriti. Per tutti coloro che all’improvviso sono stati catapultati in un vortice inarrestabile di sofferenza. Per questa nostra Italia, dove le liturgie delle promesse di miglioramento e di giustizia si celebrano sempre ‘dopo’, sui disastri già avvenuti del nostro territorio e sugli incidenti ferroviari e sui crolli devastanti già accaduti, sulle alluvioni già verificatesi”. Oltre a chiedere, insieme con Palma Guida, presidente dell’Unitalsi pugliese, “a tutti i soci dell’Unitalsi, proprio a tutti, di pregare insieme o nel silenzio personale il Signore della Vita e della Misericordia per tutti coloro che sono morti e per chi sta adesso soffrendo per il disastro ferroviario di Andria”, Diella invita i soci dell’Unitalsi “di conservare l’indignazione per quanto accaduto e accade e di non dimenticare che la prima ‘fatalità’ a cui dobbiamo opporci è la nostra abitudine a sentirci ‘estranei’ a ciò che succede nel nostro Paese. Perché la colpa non è mai sempre solo degli altri ma anche di chi decide di essere sempre e solo spettatore disincantato e assuefatto”.

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