Consumo di suolo: Ispra, in Italia ci costerà 800 milioni l’anno

(DIRE-SIR) – Il consumo di suolo in Italia ci costerà 800 milioni l’anno. A tanto saremo costretti per fronteggiare le conseguenze di un fenomeno che viaggia alla velocità di 4 metri quadrati ”mangiati” ogni secondo, per un totale di 35 ettari al giorno, ovvero 250 km quadrati in un biennio. Lo dice l’Ispra nel rapporto ”Consumo di suolo in Italia 2016”, presentato oggi a Roma. I costi occulti, ovvero quelli non sempre immediatamente percepiti, prevedono una spesa media che può arrivare anche a 55mila euro all’anno per ogni ettaro di terreno consumato e cambiano a secondo del servizio ecosistemico che il suolo non può più fornire per via della trasformazione subita. Si va quindi dalla produzione agricola (oltre 400 milioni) allo stoccaggio di carbonio (circa 150 milioni), dalla protezione dell’erosione (oltre 120 milioni) ai danni provocati dalla mancata infiltrazione dell’acqua (quasi 100 milioni) e dall’assenza di impollinatori (quasi 3 milioni). Poiché a un aumento di 20 ettari per km quadrato di suolo consumato corrisponde un aumento di 0.6 gradi della temperatura superficiale, è stato stimato che, solo per la regolazione del microclima urbano, il costo si aggira intorno ai 10 milioni l’anno.

“Mi auguro che questo rapporto – commenta Bernardo De Bernardinis, presidente Ispra – diventi in futuro anche uno strumento per il sistema di protezione nazionale dell’ambiente” . Tra le città, la maglia nera dei costi spetta a Milano con 45 milioni, seguita da Roma (39) e Venezia (27). Tra il 2012 e il 2015, la crisi ha rallentato ma non ha frenato il fenomeno. Il territorio sigillato è aumentato dello 0,7%, invadendo fiumi e laghi (+0.5%), coste (+0,3%) e aree protette (+0,3%) avanzando anche in zone a pericolosità sismica (+0,8%), da frana (+0,3%) e idraulica (+0,6%). La maggior parte del suolo consumato, inoltre, è ”di buona qualità secondo rilevamenti fatti in Abruzzo e Veneto. Di fatto, oltre il 56% del territorio risulta compromesso, con tre regioni (Lombardia, Veneto e Campania) che hanno consumato nell’anno appena trascorso oltre il 10% di suolo.

(www.dire.it)

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