Cardinale Piovanelli: card. Betori a esequie, come Gesù ha voluto “offrirsi al Padre e, in lui, ai fratelli”

“Tutta la nostra vita è del Signore e deve essere nel Signore e per il Signore” e “la comunione eterna con il Padre non è qualcosa a cui l’uomo può aspirare per se stesso”, ma “un dono che ci viene dall’incontro con il Figlio suo e dal nostro riconoscimento di lui nella fede”. Così il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, nell’omelia dei funerali del cardinale Silvano Piovanelli, arcivescovo emerito della diocesi, presieduti ieri sera a Santa Maria del Fiore. Commentando la lettera ai Romani, Betori ha richiamato un passo di quanto Piovanelli scrisse nel 1997: “Nonostante le mie opacità e le mie deformazioni, ha custodito in me il dono della sua presenza: davvero, il suo Amore è più grande del nostro stesso cuore!”. Con riferimento alla pagina evangelica della consegna che Gesù fa di sé al Padre sulla croce, il card. Betori ha spiegato che  essa “è l’ultimo atto di quell’obbedienza che è stata tutta la sua vita, con cui consegnandosi alla volontà del Padre si è ogni giorno consegnato all’umanità e alla sua salvezza”. “Sappiamo – ha aggiunto – come queste parole, come le altre di Gesù sulla croce il cardinale abbia voluto avere avanti a sé negli ultimi giorni della sua vita, per ripeterle e condividerle, per condividere la volontà del Signore nell’offrirsi al Padre e, in lui, ai fratelli”. E proprio perché Gesù “non trattiene per sé la propria vita, ma la consegna al Padre, questa vita non si consuma ma si ritrova trasformata nella risurrezione” secondo la promessa fatta “a tutti coloro che credono in Gesù e ne condividono l’offerta di sé per il mondo”. È la fede, ha concluso Betori, “che sorregge i nostri cuori anche in questo momento. Mentre consegniamo le spoglie mortali del nostro caro cardinale Silvano al sepolcro, riaffermiamo nella fede che da quel sepolcro risorgerà per la vita eterna”.

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