Beni confiscati: Borgomeo (Fondazione con il Sud), “in Italia legislazione avanzata”, ma occorre “una gestione più efficiente”

“L’Italia ha la legislazione più avanzata al mondo per la gestione dei beni confiscati alle mafie, ma il sistema non regge più” e occorre “una profonda revisione di norme e strumenti” per un “uso sociale” e “una gestione più efficiente dei beni, più pubblica e partecipata, improntata alla massima trasparenza e che preveda un utilizzo delle risorse esclusivamente destinato alla valorizzazione e gestione delle aziende e dei beni immobili confiscati”. Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud, ha spiegato così il senso della proposta presentata oggi a Roma e frutto di un gruppo di lavoro coordinato dalla stessa Fondazione e costituito da Forum del Terzo Settore, Fondazione Cariplo, Fondazione Cariparo, Fondazione Sicilia, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, che ha seguito in particolare la parte giuridica, mentre per quella economica un contributo specifico è arrivato da Nomisma.
Per superare la dispersione e la frammentazione dell’attuale sistema, sulle cui criticità si è soffermata anche la Corte dei conti, la proposta punta sulla costituzione di un unico ente pubblico economico che subentri all’attuale Agenzia nazionale (Anbsc) e che gestisca le ingenti risorse provenienti dalle confische, ora attribuite al Fondo unico di giustizia (Fug). Tale ente dovrebbe avere personale assunto con contratto di diritto privato ed essere guidato da un consiglio d’amministrazione di nomina pubblica composto da manager con esperienze industriali, immobiliari e finanziarie, da un rappresentate dell’Anci e delle associazioni più impegnate nella lotta alle mafie. È anche previsto un comitato strategico con personalità delle istituzioni, del mondo dell’impresa e della finanza, della magistratura, del mondo scientifico e del Terzo Settore.

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