“Non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali”. La Fism (Federazione italiana scuole materne) utilizza una frase di don Lorenzo Milani per commentare la notizia di un ulteriore ricorso presentato dall’Aninsei al Consiglio di Stato, definito un tentativo di “equiparare scuole a fini di lucro e scuole che non hanno finalità lucrative”. “La Fism ha sempre affermato – si ricorda in una nota – che lo Stato abbia il dovere di sostenere in maniera maggiore chi svolge un servizio scolastico, avendo come unico fine l’educazione dei bambini e il contenimento delle rette dei genitori, per raggiungere l’esito di una effettiva parità scolastica anche sul piano economico e dunque uguali rette a carico delle famiglie, sia che i loro figli frequentino scuole statali che non statali”. L’Aninsei, al contrario, secondo la Fism “vuole equiparare chi distribuisce gli utili fra i soci a chi li reinveste solo nell’attività scolastica”, rendendo inoltre “difficile, ad oggi, prevedere quando i contributi statali saranno effettivamente nella disponibilità delle scuole”. “Questa grave situazione”, la tesi della Fism, è “da imputare anzitutto alla pervicacia con cui Aninsei vuole perseguire e ottenere un privilegio per i suoi associati a danno di chi ritiene
necessario tutelare il diritto alla libera scelta educativa anche da parte di quelle famiglie che hanno minori disponibilità economiche”.