Salute: Sin, “antibiotico resistenze sono un pericolo serio per i neonati”. Italia tra i Paesi più a rischio

Le infezioni costituiscono una delle principali cause di mortalità e morbilità in epoca neonatale: ogni anno nel mondo oltre 1milione di neonati muoiono per gravi infezioni e gli antibiotici costituiscono la difesa più importante ed efficace ma vengono spesso utilizzati in modo eccessivo e non sempre corretto provocando l’aumento di microrganismi multiresistenti. Sul tema si sta discutendo oggi e domani (9 e 10 giugno) a Pavia in occasione del VII Convegno internazionale sulle infezioni neonatali. La Società italiana di neonatologia (Sin), interviene
sottolineando il “pericolo estremamente serio per i piccoli pazienti” e ricordando che “trovare soluzioni adeguate è una delle sfide prioritarie del prossimo decennio, con un’azione su due fronti: impegno delle case farmaceutiche e il rafforzamento della prevenzione, anche attraverso la regolamentazione dell’utilizzo ospedaliero”. L’Italia è tra i Paesi più a rischio perché è tra quelli dove i batteri, a causa dell’uso massiccio di antibiotici negli ultimi tre decenni, sono divenuti più resistenti. Secondo lo European centre for disease prevention and control, infatti, il nostro Paese è al quinto posto per utilizzo giornaliero di antibiotici dopo Grecia, Francia, Lussemburgo e Belgio. “La storia della scoperta di nuove classi di antibiotici ci insegna che l’emergere di resistenze avviene naturalmente non appena l’antibiotico viene utilizzato – afferma Mauro Stronati, presidente della Sin – Il quadro che emerge è quello di un mondo in cui ‘l’arsenale’ per combattere i microrganismi è sempre più povero di mezzi: da un lato lo scarso investimento delle industrie farmaceutiche nella scoperta di nuove molecole, dall’altra la circolazione su scala mondiale di batteri resistenti a pressoché tutti gli antibiotici già in commercio. È necessaria una presa di coscienza individuale e collettiva sul fenomeno, ma principalmente l’adozione di un protocollo rigoroso all’interno degli ospedali e nelle cure che prevedono l’impiego di antibiotici”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori

Informativa sulla Privacy