Media cattolici: don Maffeis (Ucs), “che attese e che speranze abbiamo?”. “Essere responsabili e partecipi”

foto SIR/Marco Calvarese

“È giusto continuare ad approfondire il tema dei migranti, che non è neanche più un’emergenza ma una realtà?”. Se lo è domandato don Ivan Maffeis, direttore dell’Ufficio Cei per le comunicazioni sociali (Ucs), introducendo questa mattina i lavori del Comitato dei presidenti e delegati del Copercom sul tema “I media cattolici al tempo di Papa Francesco: responsabilità, sinergia e sussidiarietà”. Don Maffeis ha citato il giornalista de “La Stampa”, Domenico Quirico, e il suo volume “Esodo”: “Ciascuno di loro è un caso, non una massa come ci ostiniamo a convertirli. E se per certi aspetti ormai li conosciamo, ci resta da fare ancora un lungo cammino per giungere all’interno dei loro enigmi”. Pretendiamo di conoscere gli altri come “categoria”, ha aggiunto il direttore dell’Ufficio Cei per le comunicazioni sociali: “L’anima del migrante è l’attesa, ma noi oggi sappiamo ancora attendere? E cosa attendiamo e con quali speranze scrutiamo l’orizzonte?”. Nel viaggio, “i migranti portano con loro la speranza che spesso li rende allegri, come chi imbocca una strada nuova”. Ma noi, ha incalzato don Maffeis, “di quale speranza ci rivestiamo? Quale allegria riscalda il nostro cuore?”. In qualità di operatori della comunicazione, ha concluso, “dobbiamo sentirci sempre responsabili e partecipi nei confronti del prossimo”.

Roma, 9 giungo: Comitato presidenti e delegati Copercom: Don Ivan Maffeis, Marco Tarquinio, Domenico Delle Foglie, Paolo Ruffini, Lucio Brunelli

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