Diocesi: Perugia-Città della Pieve, primo rapporto sulla povertà, “andare incontro ad ogni persona”

“Andare incontro ad ogni persona. La risposta della comunità ecclesiale alla povertà”. È il tiolo del primo rapporto sulla povertà promosso dalla Caritas di Perugia-Città della Pieve, come frutto della nascita, nel 2015, dell’Osservatorio diocesano della povertà e delle risorse. I dati – si legge in una nota – riguardano gli utenti recatisi almeno una volta nella loro vita al Centro di Ascolto (Cda) Caritas diocesano di Perugia nel biennio 2014-2015. Nel biennio di riferimento il numero degli utenti è rimasto pressoché stabile (987 nel 2014 e 971 nel 2015), pur accrescendosi di circa il 10% rispetto al 2013. Per quanto riguarda la cittadinanza, è netta la prevalenza della componente estera rispetto a quella italiana: nel 2015 la quota della prima è pari al 64,8%, con un lieve aumento rispetto al 2014 (61,8%). Tra gli stranieri rivoltisi al Cda diocesano prevalgono per nazionalità, nell’ordine, marocchini, albanesi e nigeriani. Gli utenti si caratterizzano, secondo il sesso, per una maggior presenza delle femmine (circa il 55% sia nel 2014 che nel 2015). Di essi, la maggior parte è compresa nelle fasce di età produttiva, principalmente nelle classi 35-44 e 45-54. Quanto alla situazione abitativa, poco meno della metà degli utenti (46%) dichiara di vivere in una casa affittata da un privato, il 3,3% in una casa di proprietà, mentre il 2,9% segnala situazioni di estrema precarietà. In tema di condizione professionale, i dati disponibili mostrano una percentuale di occupati molto contenuta. Molto elevata risulta invece la quota di utenti che hanno perduto un lavoro e sono alla ricerca di nuova occupazione (76,0% nel 2015 e 79,2% nel 2014, di contro al dato nazionale del 61,7%).  Tra le attività della Caritas, in risposta alle richieste degli utenti, spiccano le attività di “ascolto”.

 

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