Congo: Melandri (Chiama l’Africa), “Basta depredare”

(DIRE-SIR) – Denunciava le connivenze del presidente Joseph Kabila con i governi di Rwanda e Uganda, che sostengono i gruppi armati e depredano il Congo; è stato ucciso per questo”: Eugenio Melandri, coordinatore dell’associazione “Chiama l’Africa”, parla con la Dire dopo la presentazione di un video-documento sull’assassinio di padre Vincent Machozi. Dieci minuti per ricostruire il blitz del commando, con alcuni aggressori in uniforme militare, che il 22 marzo scorso hanno ucciso il religioso congolese in un convento del territorio di Beni. “La sua colpa- sottolinea Melandri, dopo la ‘prima’ italiana a Verona- è stata aver fondato un sito internet per svelare l’intreccio di interessi che tiene in ostaggio l’est del Congo e in particolare la provincia del Nord Kivu”. In gioco ci sono oro, cassiterite e coltan, un minerale strategico per l’industria elettronica del quale le regioni al confine con Rwanda e Uganda sono ricche. Secondo Melandri, missionario saveriano e poi europarlamentare, ma soprattutto conoscitore del Congo, i gruppi armati responsabili degli eccidi di civili ripresi nel 2014 sono “uno strumento di destabilizzazione necessario perché Kigali e Kampala possano continuare a esportare minerali trafugati attraverso la frontiera”. Si inserirebbe in questo contesto lo scontro sulla data delle elezioni e soprattutto su una possibile candidatura di Kabila che la Costituzione vieta. “La destabilizzazione- sottolinea Melandri- deve continuare fintanto che non emergano soluzioni capaci di garantire gli interessi di Uganda e Rwanda, oltre che delle grandi potenze, finora nel complesso in buoni rapporti con Kabila”. L’occasione di ricostruire le circostanze dell’assassinio di padre Vincent sono stati i “Martedì del mondo”, ciclo di incontri organizzato dalla Fondazione Nigrizia, dal Centro missionario della diocesi di Verona, dalla rivista Combonifem e dal Centro studi immigrazione. (www.dire.it)

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